In quanti recinti ci chiudiamo e in quanti ci hanno chiuso! Ma Gesù non è affatto un recinto. Sta sempre sulla soglia, sulla frontiera, in periferia; tra il dentro e il fuori. Tra cielo e terra, tra alto e basso, tra morte e vita.
È una frontiera resistente, per custodirci dall’assalto dei briganti che provano a scavalcare la rete per rubare, uccidere o distruggere; no, dalla vitaaccompagnarci se ne abbiamo bisogno, facendo risuonare con delizioso affetto il nostro nome, qualora qualcun altro ci avesse già tolto la nostra libertà, la nostra volontà e la nostra personalità. Davvero, se ci chiudono il cielo, lui ci scaglia verso l’alto e lo apre per noi, e viceversa: restituisce la terra, il corpo e la sessualità a chi è stato castrato in uno spiritualismo disincarnato. Se entra è per farci uscire – per spingerci fuori – e non per chiuderci in una separazione, in un clericalismo, in una logica di potere o di pretese arroganti.
Quando sembra che gli altri ci espellano per causa sua, è lì che iniziamo ad entrare nella libertà: è Dio che ci espelle dalla schiavitù. Dal canto nostro, alleniamoci a riconoscere la voce di chi ci chiama intimamente alla pienezza: è coinvolta ma disinteressata, ben diversa da quella degli estranei che pur senza coinvolgimento si mostrano troppo interessati. I mercenari infatti propongono un surrogato della libertà, che in realtà è il recinto chiuso dell’arbitrio, del tornaconto personale, della norma che viene imposta tanto per tenere un po’ a bada le pecore. La Legge di Gesù invece è un pascolo, all’aria aperta, in libertà, che permette di entrare e uscire liberamente: sulla soglia, sull’aurora, in bilico. Anche tra cristiani e atei, tra fedeli e dubbiosi, tra esclusi e inclusi.
Occorre sporgersi e lì, senza pretese, restare con Gesù, esposti al precipizio della nostra conversione all’amore con cui ama l’altro perché possa darsi quella di tutti all’amore unico di Cristo. Davvero, come dice il salmista: «Stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi». Compresi gli impostori che si atteggiano a giusti, praticanti e perfettamente dentro all’ovile della Chiesa.
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.