La vocazione di Simone, nel racconto di Luca, non avviene improvvisamente. Già si era parlato della guarigione della sua suocera, che finalmente era potuta tornare al servizio. Ma Simone non era stato ancora presentato.
Lo incontriamo invece poco dopo in un altro scenario a lui abituale, pescatore presso il lago di Gennèsaret e in mezzo alla folla che si accalca per ascoltare la Parola di Dio. Quella stessa Parola che ha messo al servizio la suocera, nel caso di Simone trasfigura il suo lavoro in servizio. Ciò che già sapeva fare bene – e ciò che gli piaceva tanto fare – vale a dire tirare i pesci fuori dal mare, ora diventa un tirare gli uomini fuori dal male, dalle ingiustizie, dallo sfruttamento e dall’ignoranza.
Sulla Parola di Gesù – che è la Parola di Dio tangibile, che ci tocca, che lo tocca personalmente – Simone getta le reti. Cioè tenta una strada inedita, osa davvero prendere il largo, sceglie di fidarsi di quella proposta per lui che gli apre orizzonti sempre più vasti, perché la sua ordinarietà era ormai divenuta infruttuosa, sterile, morta.
Ecco allora che la pesca abbondante è solo un assaggio del vero miracolo: Simone si fida della Parola e, come Abramo, si mette in cammino per ascoltarla, incarnandola nella sua peculiare ricerca che si fa servizio alla pienezza. Ma questo è proprio suo, di Simone: è la sua vocazione, la sua chiamata di pescatore di abbondanze.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.