Capita anche a noi di invidiare i primi apostoli per aver conosciuto Gesù. Questi testimoni nella comunità giovannea stavano venendo meno; un po’ come oggi i partigiani, i reduci della seconda guerra mondiale, i sopravvissuti ai campi di concentramento. I dubbi di chi non si fidava della loro testimonianza e quindi per credere esigeva una apparizione privata speciale sono rappresentati dalla figura di Tommaso, il nostro gemello.
Così testardo che prova a spararla grossa: non gli sarebbe bastato vedere Gesù, ma voleva anche analizzare le sue ferite prima di poter credere. Cosa per lui impossibile. E invece è Gesù a fare il primo passo. Ma non in una grotta miracolosa, bensì nella medesima Chiesa riunita. Tommaso incontra in mezzo a noi il Corpo di Cristo, ferito ma disposto per lui persino a farsi perforare nuovamente dal dito e dalla mano di un uomo.
Quel Corpo sfida Tommaso a fare ciò che vuole, a entrargli dentro, a toccare con mano il suo amore, perché non si vergogna della propria vulnerabilità . Tommaso forse avrà pensato invece alle proprie ferite, alla fatica che aveva nel mostrarsi com’era, al trauma che lo aveva segnato sino a quel momento e che gli impediva di gioire con gli altri. La forza della vulnerabilità del Corpo di Cristo di fronte alla vulnerabilità della forza di Tommaso gli è stata sufficiente per riconoscere la presenza autentica del Risorto nella Chiesa che ha il coraggio della debolezza. A ben vedere, l’esperienza di Tommaso non è stata poi diversa da quella degli altri.
Se non che Gesù ha scelto di farsi incontrare persino nella sua pretesa, nel suo dubbio, nella sua testardaggine. Di fronte alla realtà , a Tommaso è bastata poi la disponibilità inaspettata di un corpo disarmato per iniziare a vivere, ancor prima di toccare, la presenza di Dio che è morto per lui. Ma ancora più beato è chi, senza esigere rivelazioni o miracoli, si è già messo al servizio degli altri, anche perché la Chiesa ci assicura che quell’amore è Dio stesso.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.