Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2025

Uno spirito impuro, chiamato Legione, aveva dimora tra le tombe e finisce in una mandria di porci. Alcuni indizi sembrano alludere a qualcosa di più di un esorcismo. A ben vedere, l’evangelista presenta una sottile polemica contro gli invasori romani, impuri mangiatori di maiali, organizzati in legioni, che dei villaggi facevano tombe. E osavano chiamare “pace” tutto ciò. «Non tormentarmi!»: volevano governare senza troppi disturbi, sedando prontamente tumulti e cercando collaborazionisti in grado di mantenere l’ordine pubblico per conto dell’imperatore.

Quel che però oggi maggiormente mi colpisce è che a quell’uomo – «colui che era stato indemoniato» – Gesù questa volta non acconsente di stare con lui. Ad altri lo aveva persino chiesto, mentre a lui no. La missione di quell’uomo era di tornarsene a casa, dai suoi, e annunciare. Alcune scelte radicali, anche per la vita consacrata, possono essere una via di fuga, per allontanarsi dai problemi di casa, per aggirare gli ostacoli, per non affrontare questioni che sappiamo di dover risolvere.

Sull’onda dell’entusiasmo, magari dopo un’intensa esperienza spirituale, la prima reazione a caldo è spesso fuorviante. Lo spirito cattivo ci invita a fare un passo ben più lungo della gamba. Ci suggerisce cose bellissime ma per noi impraticabili, così da svilirci facilmente e far sorgere sensi di colpa per non essere riusciti a raggiungerle. Gesù, intuendo che ciò potesse valere per quell’uomo, lo rimanda alla sua ordinarietà. Sarà poi nella sua vita quotidiana, quando gli sarà rimasto appena il retrogusto dell’esperienza, a dover fare discernimento.