Il miracolo di oggi lascia trasparire uno sfondo politico. Lo “spirito impuro” ha un nome strano e piuttosto esplicito: Legione. Se abbiamo presente la Palestina dell’epoca, la satira suona evidente. Come se ai tempi di Mussolini si fosse chiamato fascio, oppure più recentemente asfaltatrice, ruspa o spread.
Si dice che abita tra le tombe, cioè tra chi non si oppone, tra chi è rassegnato di fronte alle ingiustizie, tra chi è un cadavere in corruzione. Si nutre di morti e paure; di qui l’esigenza di guerre, eserciti e vincoli economici disumani. Dalle tombe esce però un uomo, che evidentemente non è ancora del tutto corrotto. Gesù lo incontra. Nota i segni dell’autolesionismo che hanno indebolito quella persona. Ed è proprio l’invasore – che veniva considerato una fatalità imprevedibile, un movimento indomabile o un destino ineluttabile – a trattare direttamente la resa. La sua richiesta si comprende meglio se la si legge in chiave politica, appunto: «Lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese».
Chiedeva di restare lì, magari provando a mostrare un volto più compassionevole, pacifico e gentile. Ma Gesù accetta solamente che a quella Legione sia concesso di tornare dai porci impuri, cioè dai non ebrei. Lo scenario della Decapoli, cioè dieci città fortemente ellenizzate e romanizzate, indica ancora più chiaramente questa lettura. Restano impauriti i mandriani, vale a dire i collaborazionisti che dagli invasori traevano vantaggio, fino a quando perlomeno tormentavano solo gli altri anziché loro, i kapò locali.
Anche per questo motivo rifiutano il Liberatore che rompe le uova nel loro paniere, intralciando i loro affari senza scrupoli, quando Egli dimostra che i vincitori del momento non saranno i vincitori per sempre. Perché Dio ha a cuore gli oppressi di ieri, di oggi e di domani: gli oppressori non dureranno di certo in eterno.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Esci, spirito impuro, da quest’uomo!