Il dono della fede di Pietro è quello che accomuna tutti i discepoli di Gesù che lo riconoscono come «il Cristo, il figlio del Dio vivente»; unicamente su questo si fonda la Chiesa, che non è di Pietro né di altri, bensì «di Cristo». Precisamente, il dono consiste in un di più rispetto al mero sentito dire, per quanto possano essere straordinarie le parole che sentiamo dire dagli altri su Gesù.
Quel di più si dà nell’esperienza personale di Pietro, uomo limitato come noi, dal carattere precipitoso e appassionato, il primo ad alzare la mano per rispondere, e proprio per questo capace anche di commettere grandi errori dettati dalla presunzione o dalla radicalità, anche nel suo impegno politico (forse questo stava a indicare l’appellativo “barjona”).
Ecco perché la pagina matteana di oggi sottolinea che la confessione di fede, prima che Pietro la esprimesse, gli è stata donata: non è un merito o un’ideologia. Perciò è una fede ancora più solida, in quanto non dipende tanto dall’impulsività umana, quanto piuttosto è fondata sulla relazione con la roccia che è il Cristo.
Questo Gesù, pietra scartata divenuta quella principale, rende Pietro e tutti noi pietre vive. È il dono di Dio che Pietro ha incontrato in mezzo a noi, accanto a lui, a suggerirgli che quella persona è costituita da una inedita relazione viva con Dio Padre. Tutto ciò può essere espresso solamente da sguardi, parole, teologie viventi, che sappiano far germogliare il passato senza fossilizzarsi su di esso.
Una comunità che si coinvolge radicalmente in questo processo vivo di unità – che con l’amore reciproco scioglie i vincoli dell’egoismo e ci assicura in una rete di libertà, giustizia e fraternità – sicuramente supera la morte, perché ripercorre i passi del Risorto.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.