Il dono più intimo è la preghiera del Figlio al Padre, che il Figlio apre alla nostra conoscenza. Ora il Figlio giunge alla consapevolezza che l’unica Gloria è l’Amore che il Padre gli ha garantito non solo in quell’Ora, ma da sempre. In quel luogo, in quel sempre, sempre amato, il Figlio torna rispondendo in pienezza con tutto il proprio essere.
Torna con il suo sapersi tutto amato, torna con il suo agire tutto traboccante di amore, torna con il suo stare tutto nell’amore. Tacciono i gesti, ma anche le molteplici parole: Lui è perfettamente Parola. Resta solo il desiderio che tutti possano essere lì, in quel sempre amato, dove il Padre si decentra nel Figlio e il Figlio si decentra in loro. Perché quel decentrarsi è il punto focale, panoramico, di irradiazione, che trasfigura nella gloria tutto ciò che contempla, a partire da chi contempla, decentrandosi, lasciandosi amare.
E il Figlio sembra esserne certo, perché domandandolo rivela che è proprio volontà di Dio: come Lui ha fatto conoscere il Padre e il suo Amore che pulsa tra loro, così anche chi vi accede farà conoscere a sua volta la medesima unità. Lì si è generati da sempre e per sempre al servizio di quella relazione indissolubile. E il discepolo lo farà mediante la propria Parola, perché l’unica Parola sarà proprio ogni persona che, amata come Dio – come il Figlio – come Dio ama: Dio con Dio, Dio in Dio, Dio da Dio, Dio per Dio.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.