Due fratelli. Uno promette subito al padre e poi non lo fa: tradisce la parola. L’altro dice inizialmente di no, ma alla fine cambia idea e fa quello che vuole il padre. È una situazione famigliare quella illustrata dalla parabola di questa domenica. Famigliare nel senso di famiglia, ma anche di ordinaria, comune, quotidiana; capita anche a noi che un genitore dica una cosa e i figli reagiscano diversamente. Gesù la utilizza per rispondere alle critiche dei sacerdoti, che mettevano in dubbio la sua autorità.
Non sei un prete, gli dicevano, non fai parte del clero: chi ti ha autorizzato a fare quello che fai, a predicare alle folle, a guarire la gente, a rimettere in piedi chi è abbattuto? La replica è indiretta, sul piano della volontà di Dio. Siamo tutti d’accordo che sia bene agire bene, vero? Infatti non state contestando il bene – quello è incontestabile – ma le credenziali. Allora voi, sacerdoti, che avete promesso di fare il bene, predicate tanto quel bene anche perché è vostro compito, perché poi razzolate male? Anche quello è nelle vostre responsabilità. Neppure Giovanni Battista è riuscito a mettervi sulla via della giustizia praticata, concreta, vissuta.
Ma qualcun altro invece sì, e sono proprio quei disonesti che tanto disprezzate: ladri, prostitute, delinquenti, peccatori vari. Dopo la predicazione di Giovanni, qualche lontano dalle vie del Signore ora ha cambiato veramente vita e agisce prodigiosamente secondo giustizia: chi ha rubato, restituisce più del dovuto. Questo è il vero miracolo, e questo viene dall’alto: sono i frutti degni della conversione predicata dal Battista, da voi stimato a debita distanza, con ossequio, a parole. La vostra onestà forse è rimasta solamente a parole. Avete seppellito la vostra fede, la vostra fedeltà all’Alleanza di cui sareste custodi.
La coerenza che predicate non esiste; non accade, se prima di tutto non siete fedeli al vostro sì, alla vostra disponibilità ad aiutare Dio affinché si compia il suo amore in mezzo a noi. Perché qualcun altro lo sta davvero facendo, senza magari neppure dirsi cattolico, cristiano, credente, figlio di Dio, sacerdote. A differenza vostra. Seguirete questa gente, o resterete fuori?
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.