Con l’espressione “bestemmia contro lo Spirito Santo” qui Gesù si riferisce a quella che un tempo si chiamava “impenitenza finale”.
In altre parole, si tratta di un rifiuto pienamente consapevole ed eternamente ostinato contro la proposta di gioia infinita offerta da Dio nella sua gratuità. Poiché nella religione non c’è costrizione, neppure l’evidenza dei segni può scalfire la libera scelta di un “no” totale e incondizionato, l’opposto frontale del “fiat” di Maria.
Pensiamo quindi a coloro che, pur di non riconoscere a Gesù il bene che compiva, lo attribuivano al diavolo, con un totale pervertimento della realtà. Ma lui sa entrare persino in quella logica di per sé assurda ambientandosi con una dimostrazione per assurdo.
Comunque vada, o che sia Dio a farlo oppure che sia opera del diavolo, il risultato sarà il medesimo: la sconfitta del male, della divisione e delle autoreferenzialità. Questa è la cosa davvero potente.
Quindi, pure a essere pragmatici, la divisione sarà sconfitta dall’unità, da qualsiasi posto provenga.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Satana è finito.