Nonostante la severa impazienza «se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo», il vangelo di oggi profuma di un’estrema fiducia. Il fatto di essere ancora vivi ci ricorda che il momento che stiamo vivendo è una grazia: viviamo un tempo supplementare per poter portare frutto.
Non necessariamente siamo meno peccatori di quelli che hanno vissuto poco; la lunghezza della nostra vita o la brevità della loro non sono un premio o una punizione per i meriti individuali. Eppure la loro limitata esperienza, nel bene o nel male, pessima o stupenda che sia, ci fa rendere conto della preziosità dei minuti offerti, adesso, a noi che siamo vivi si questa terra. Scoprendo quanta misericordia è nascosta nei nostri respiri passati e presenti possiamo ricambiare dando il meglio di noi: tutto l’amore che abbiamo ricevuto, per ogni istante a venire.
Anche se la nostra vita fosse stata per lunghi anni solamente permalosità, ingratitudine, risentimento e vendette, c’è ancora tempo almeno per un minimo cenno di riconoscenza per chi ancora oggi sceglie fortissimamente di credere in noi: quel tempo è adesso! Non perdiamo la speranza proprio prima di raggiungere il capolinea…
Quando decidiamo di aprire finalmente gli occhi sulla visita che Dio ha voluto fare alla nostra storia, per farci entrare nella sua salvezza, possiamo sbocciare, isolati dalla seduzione della ripicca e concimati dalla vitale misericordia. Una realtà così desiderabile che rende persino Dio impaziente; non vede l’ora che viviamo nel suo stesso amore: ecco perché ci sprona a iniziare subito!
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13, 1-9
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore