La missione del Figlio è ricongiungerci tutti al Padre, il quale gli ha affidato la cura premurosa di tutti noi. È il Figlio che quindi ci ha spalancato l’accesso a Dio: ci ha mostrato, nella tenerezza, l’amore, l’unità e la vita. La sua umanità, da noi condivisa, è la Gloria dell’unico vero Dio che condivide la nostra storia: l’uomo può conoscerla, desiderarla e viverla.
Nella preziosa preghiera giovannea che ci è offerta oggi il Figlio è grato per aver compiuto questa opera di unità: ha portato la Parola di Dio perché è stato gesto, corpo, linguaggio abbracciabile da tutti. Così, in mezzo a tante relazioni scadenti, ci sono uomini che splendono di amore, perché hanno conosciuto il volto amorevole del Padre fidandosi della persona di Gesù e della sua proposta di relazione: non è l’uomo a doversi ingraziare Dio, bensì Dio che è pronto a servire l’uomo.
Giunti sin qua, il Figlio dichiara che è venuta l’Ora in cui tutto ciò si compie in pienezza. Avendo innescato definitivamente la missione che si prolunga nello splendore della nostra vita, il Figlio chiede di poter vivere unicamente dello stesso Amore con cui ha connesso con il Padre coloro che hanno creduto in Lui e nel suo Amore, già qui. Così in cielo, come in terra: un’unica volontà, un unico amore, sole nel sole, direbbe Chiara Lubich.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.