Gesù è al Tempio di Gerusalemme presso la porta delle Pecore, alla piscina di Betzatà, che in ebraico vuol dire “casa della misericordia”. Là stanno storpi, ciechi e paralitici. Vede un paralitico malato da trentotto anni senza speranza, forse arreso alla propria condizione. L’uomo ha a cuore la sua malattia e ne ha fatto quasi la sua identità.
Il compatimento degli altri può aver condizionato la sua vita. Gesù non resiste, il suo amore per l’umanità prende il sopravvento e gli chiede: “Vuoi guarire?”. Lo fa con ognuno di noi, ancora oggi può arrivare la grazia. “Vuoi diventare sano?” è una domanda che ci mette di fronte ad una scelta difficile. Il paralitico elude la domanda (probabilmente gli fa comodo così!).
“Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina!”: è come se il Signore ci dicesse di prendere la conseguenza dei nostri peccati e camminare verso la Salvezza. “Cammina!” è l’imperativo che ci incoraggia a metterci in movimento alla ricerca della luce, per attraversarla e scoprire noi stessi, scoprire il desiderio di Dio perché diventi il nostro desiderio.
Quando, come quel paralitico, guarderemo al giaciglio che era diventata la nostra casa, ci ricorderemo di benedire e ringraziare il Signore per averci salvato ed averci mostrato la Sua luce. Dio ha mandato Suo Figlio nel mondo perché prendesse su di sé tutti i peccati e donasse la redenzione, entrando nelle conseguenze del nostro peccato, per trarne il bene: questo è il grande atto d’Amore.
Commento a cura di: Lorenzo Gobbo
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.