Se di Socrate si tramanda la sua “dotta ignoranza” che lo portava al paradossale “sapere di non sapere”, qui il babbo del ragazzo epilettico esprime il paradosso del “dubitare fedele”: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Crede di essere incredulo, riconosce i suoi dubbi e nondimeno si fida che Gesù può fare qualcosa e a lui tutto affida. Giunge al termine di un percorso travagliato, in mezzo a tante sofferenze, ma in quel momento agisce subito, risolutamente. Domanda che proprio il suo limite venga colmato di illimitato, la sua debolezza di onnipotenza, la sua fragilità di forza.
Così la sua professione di fede tiene insieme l’intreccio delle contraddizioni di cui è fatta la vita, con tensioni verso lo sconforto e altre verso la speranza che alla fine hanno l’ultima parola. Gesù tiene in considerazione tutto quanto, nel suo complesso; si preoccupa più che altro del padre, da tutti dimenticato.
Infatti, quando ogni speranza di comunicazione si esaurisce e il figlio viene dato per morto, il Risorto prende per mano il ragazzo, lo sveglia e lo risorge, facendolo balzare in piedi. Unicamente la Pasqua ci fa entrare nel mistero della morte che si fa vita, dell’abbandono che si fa partecipazione e della desolazione che si fa comunità.
Non è un dettaglio la presenza dei discepoli: proprio a loro è indirizzato l’insegnamento di come un insuccesso mondano come il loro, se affidato a Dio, possa essere trasfigurato in un successo divino. Se ci costa fatica credere che Gesù possa farlo, può essere sufficiente fidarci che Lui possa entrare nelle nostre resistenze e da lì far sbocciare la nostra fiducia.
Così cade la presunzione di sapere, potere e credere tutto; si ammette la propria impotenza ma al contempo ci si affida a chi ben la conosce e l’ha scelta per vivere la sua onnipotenza. Lo si lascia agire pienamente nel nostro vuoto; ecco l’unica preghiera che vince quel tipo di sconforto, altrimenti inguaribile.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Credo, Signore: aiuta la mia incredulità.