Annunciare il Regno di Dio e guarire gli infermi sono due realtà strettamente connesse: significa annunciare, proclamare, dire apertamente che Dio si prende cura di chi è in difficoltà, di chi è ferito dalla durezza della vita, di chi è escluso perché altri hanno chiuso porte e costruito muri. Per far risuonare questo annuncio bisogna essere liberi: liberi da qualsivoglia attaccamento al potere, al denaro, all’apparire. Per liberare occorre essere liberati: altrimenti si vende solamente fumo (e neanche di buona qualità!).
Sorella, fratello: il fatto che “diede loro forza e potere” non significa che li rese potenti e inattaccabili. Non ci ha consegnato il servizio del potere ma il potere del servizio. E questo potere oggi lo consegna a te, a te che sei reso liberatore perché liberato, capace di perdono perché perdonato, amante perché amato.
La nostra vita, il nostro stile di vita non è un’esibizione di forza, ma la voce del “tenue silenzio” che si fa compagno di strada di chi non ha voce, di chi è oggi maltrattato, di chi è messo ai margini perché scomodo, ributtante, di chi “lorda” le nostre belle città con il puzzo della sua presenza, di chi, in fondo, nel suo silenzio fa risuonare l’urlo quotidiano che lacera le nostre coscienze spesso ottuse e chiuse nei loro comodi pregiudizi. Ecco a chi siamo mandati! Da servi, non da salvatori!
Il commento è di d. Luciano Locatelli
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.