Per commentare la parabola del seminatore, l’evangelista Luca utilizza l’immagine della luce. Il seme del seminatore è proprio come una luce che può accendersi in noi.
Tutto dipende dal nostro ascolto, dalla cura che abbiamo per questa fiammella e da dove intendiamo collocarla nella nostra vita. Oggi al bando la vergogna e le timidezze! Avrebbe poco senso nasconderla e nasconderci, soprattutto sapendo che prima o poi tutto quanto verrà alla luce.
Essa va allora accolta e posta nel punto più elevato, perché a sua volta possa accogliere, illuminare e accompagnare nella nostra ospitalità soprattutto chi viene da fuori. Luce è quella che accogliamo, ma pure lo stesso atto di accogliere: così noi stessi diventiamo luce, accolti dall’unica luce.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8, 16-18
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore