Ho litigato non poco con il vangelo di oggi. Si apre con due detti sul non dare cose preziose agli impuri, poi si chiede di fare ciò che vogliamo sia fatto a noi e infine altri due detti sulla via/porta stretta. Di tratta di proverbi di origine ebraica, anche per rafforzare la propria identità contro i pagani; non si esclude che pure Gesù storicamente li abbia pronunciati in qualche occasione: sottolineava come la missione fosse per lui rivolta agli ebrei da reintegrare e non ai non ebrei, se si pensa alla Cananea da lui apostrofata come “cagna”.
Alla base c’è probabilmente qualche incomprensione che ha portato l’evangelista Matteo a inserire comunque questi detti; tuttavia è difficile capirne le origini e il significato polemico, nonostante i tentativi di ricostruzione. Presa al di fuori della luce pasquale, persino la “regola d’oro” può essere fraintesa come un’espressione egoistica di scambio interessato: faccio un regalo a lui perché voglio che lui poi lo faccia a me. Gli altri detti isolatamente sembrano tremendamente presuntuosi, elitari, sprezzanti.
A ben vedere, sarebbe molto antievangelico; ma esiste forse una lettura meno “comoda”. Innanzitutto perché nessuno può pretendere di essere nella giusta via. L’invito è quindi non di condannare gli altri che si perdono, bensì a impegnarci noi: entrate! È più comodo criticare gli altri anziché addentrarci in una via che richiede una certa ascesi, una purificazione delle nostre intenzioni, una ricerca meno superficiale di semplicità evangelica.
E gli impuri? Potremmo vederla così: nell’annuncio del vangelo vanno evitate sia la tentazione di escludere, sia l’ingenuità di lasciarti calpestare da chi apertamente ti odia e approfitta di ogni occasione per spolparti, prenderti in giro, farti del male. Soprattutto in questo caso la prudenza impone di non andartela a cercare: non insistere, non essere infantile, non spetta a te salvare tutto il mondo. Non sprecare tempo prezioso nel difenderti o nel contrattaccare; impiegalo piuttosto ora tutto nell’amare.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.