«Nel corpo del figlio di Adamo vi è un pezzo di carne: se esso è sano, tutto il corpo è sano; se invece è corrotto, tutto il corpo si corrompe. Questo pezzo di carne è certamente il cuore». Questa tradizione attribuita al Profeta Muhammad ci aiuta a leggere il vangelo di oggi anche da una prospettiva islamica.
Il cuore, sede dell’interiorità, è decisivo, e ha più strati. Quello superficiale è il petto (ṣadr), dove si annidano malattie, anche spirituali, come l’orgoglio, l’arroganza, l’essere letteralmente impettiti.
Vi è poi il cuore vero e proprio (qalb), «dove ha origine la luce della fede, la luce della sottomissione, della pietà dell’amore, della soddisfazione, della certezza, del timore, della speranza, della pazienza e della temperanza» (al-Tirmidhi). Se è vero che «le azioni valgono per le loro intenzioni» come dice un altro hadith, l’integrità della lampada del cuore si valuta dalla luce che promana.
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Si giunge dunque, all’interno del cuore che conosce (qalb) ma facile a capovolgersi (taqallub), al cuore interiore (fu’ad), che è come lo stoppino della lampada, sede delle intuizioni, della visione, e innanzitutto del beneficio (fa’ida) dell’amore divino.
Infine, la luce stessa che si accende nello stoppino, la stazione del cuore più incontaminata: è l’intelletto (lubb), «luogo della luce dell’unificazione e anche della luce della singolarità divina, la luce più perfetta e la potenza più sublime)».
La purezza interiore è indispensabile per la rettitudine esteriore. Da un cuore sporco viene solo sporcizia, per quanto celata in vario modo. In piena sintonia, Vangelo e Corano ci dicono che non sono né il corpo né i suoi sensi a essere peccaminosi, ma le loro intenzioni: come essi sono più profondamente orientati. Il santo mese di Ramadan e la Quaresima siano occasione di una pulizia del cuore, perché occhi e bocca diffondano maggiore lucentezza.
«Non hanno cuori per capire e orecchi per sentire? Ché in verità non sono gli occhi ad essere ciechi, ma sono ciechi i cuori nei loro petti» (Corano 22:46)
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). È socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. È docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. È un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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