Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 2 Marzo 2020

Mentre meditavo questa pagina di vangelo mi è giunta la notizia della morte di don Ernesto Cardenal, teologo della liberazione, presbitero e poeta nicaraguense, già protagonista della rivoluzione sandinista del 1979, completamente riabilitato da Papa Francesco.

Tra le varie cose, in un libro Cardenal aveva scritto che tutto l’agire dell’uomo è una ricerca di Dio: chi pecca, semplicemente, sta cercando Dio dove non c’è. Mentre altri lo cercano e lo trovano, anche se non sempre sanno dargli un nome. Magari si dicono persino atei, però concretamente hanno amato gli oppressi, i poveri, gli indifesi e hanno lottato perché avessero giustizia.

Dio li accoglie con sé, diversamente dai sedicenti credenti che di fronte ai problemi sociali si voltano dall’altra parte o sono complici degli oppressori, chiamando persino in causa Dio a sostegno della loro parte. Quel dio dei potenti, della gerarchia ecclesiastica autoreferenziale e dei fasti barocchi, tanto negato dagli atei. Quel dio che è descritto come complice dell’oppressione sociale, comprensibilmente rifiutato per stare davvero accanto agli oppressi. No, Dio non può essere come gli umani padroni di turno.

Se lo si pensa così, è preferibile persino negarlo, essere atei anziché credere in un dio oppressore. Così osservava Cardenal: «L’ateo che nega l’esistenza di Dio, in parte, afferma anche una verità di Dio; la non esistenza di Dio, nel senso in cui le altre cose esistono; e quello che i teologi chiamano la “trascendenza” di Dio. […]

Dionigi l’Areopagita, Meister Eckhart e Suso e altri mistici chiamano Dio il nulla, il grande nulla. Perché Dio non è nessuna cosa, così come sono tutte le cose, ma è nulla paragonato alle cose. È un non essere».

Commento a cura di:

Piotr ZygulskiPiotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.


Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 25, 31-46 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore

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