Allora quel Giovanni che battezza è o non è quell’Elia che deve ritornare prima del giorno della venuta del Signore? Il vangelo nella prospettiva di Marco aveva fatto di tutto per confermarlo, suggerendo anche analogie sul vestiario e le abitudini… mentre quello della scuola giovannea nega decisamente.
Qui nega ogni etichetta. Giovanni il Battezzatore è lui e solo lui stesso, non il Cristo, non Elia, non il profeta promesso uguale a Mosè. Se siamo sempre pronti a classificare le persone, ecco che Giovanni ci sfida: non si fa incasellare dai nostri schemi, bensì ce li smonta per prepararci alla novità della sua persona e di chi arriva dopo.
Quanti danni dalle categorizzazioni facili, comprese quelle in cui siamo noi a imbrigliarci, senza darci la possibilità di essere diversi, perché ormai il nostro personaggio è già tutto costruito. E quanti danni dai pesi delle aspettative di un futuro già tutto previsto o di un passato che ci condanna a riviverlo uguale! La via “negativa” che Giovanni sceglie però non è un “negare” la realtà, bensì è un’affermarla, omaggiarla, testimoniarla.
Di per sé avrebbe avuto un ampio sostegno sufficiente per proclamarsi Messia, ma non l’ha fatto. Non ha usurpato il posto che riconosciamo per Gesù. Allora perché fa quel che fa? A che titolo? Me la domando anche io: a che titolo sono qui a commentare il vangelo? Non sono un vescovo, non sono un prete, non sono neppure un frate predicatore.
Ma non lo era neppure il Battista. Forse perché l’unica ragione della voce è la Parola. Perché possa essere il grido della carne in cui vive la pienezza di Dio. Perché possa riconoscerlo in mezzo a noi, e di conseguenza lasciare che sia la sua logica di novità, di svuotamento e di unità a riformare lo sguardo.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Dopo di me verrà uno che è prima di me.