Sono trascorsi 40 giorni dalla nascita di Gesรน. L’evangelista Luca ne sottolinea la sua piena appartenenza, anche rituale, alla Torah. Gesรน รจ un vero ebreo, sin dalla nascita, e lo resta per sempre: la carne del Risorto รจ crocifissa quanto circoncisa. Al tempo stesso, quell’ebreo รจ il Cristo, il Messia atteso, la salvezza che si estende anche alle altre nazioni non circoncise.
A partire dalla purificazione rituale di sua madre, celebriamo oggi la presentazione di Gesรน โ come ogni primogenito di ogni essere umano o animale, sin da sempre consacrato al Signore, e quindi “da riscattare” al Tempio โ e l’incontro, in Cristo, tra Dio e l’umanitร in attesa, qui simboleggiata da Simeone e Anna.
Perciรฒ รจ la festa anche delle consacrate e dei consacrati. Ma chi รจ consacrato? Innanzitutto Gesรน, israelita primogenito. Viene poi spontaneo pensare ai due anziani al servizio nel Tempio: preghiere e digiuni esprimono la radicalitร della loro fame e sete di Dio. E chi puรฒ negare che siano consacrati pure Giuseppe e Maria, cosรฌ radicati nella fede giudaica, vissuta nella grata fedeltร alla Torah? Consacrato รจ, fondamentalmente, chi sa che la “propria” vita รจ un dono, e la vive di conseguenza, donandola all’A/altro.
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La consacrazione non ha tanto a che fare con una vocazione a essere โ o, peggio, a sentirsi โ migliori degli altri. ร Dio che consacra; come ha consacrato noi, immergendoci nel Cristo e ungendoci del Suo Spirito. Quindi non รจ primariamente una decisione umana, per quanto possa essere forte la risposta a vivere il battesimo in un modo specifico, che โ come ogni scelta su questa terra โ comporta inevitabili rinunce.
Non venga perรฒ travisata come uno sforzo disumano per evitare i piaceri della vita. ร piuttosto quel mantenersi costantemente aperti all’improvvisa sorpresa di Dio, rimandando a un godimento piรน grande, che pure giร si รจ pregustato. ยซPronti a tuttoยป, diciamo nella spiritualitร foucauldiana. Chi vive la sua consacrazione non lascia, ma raddoppia. Chi รจ consapevole che siamo figli di Dio โ unti nell’Unto, cristi nel Cristo โ sceglie di incarnarsi nel limite, ma non ne รจ pago. La sua carne fragile, come cera che si scioglie, รจ precondizione per infiammarsi di pienezza: quel vuoto insaziato, che abita nel cuore di tutti, ha la forma di Cristo.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). ร socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. ร docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. ร un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesรน. Un’immersione nella storicitร dei Vangeli, Postfazione di Gรฉrard Rossรฉ, EDB 2019.
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