«Portatemeli qui». Il Gesù della prima condivisione dei pani è descritto dall’evangelista Matteo soprattutto come consapevole. Anche i discepoli hanno una certa consapevolezza, seppur imperfetta, della realtà: il luogo è deserto (eremos), l’ora è già passata e non abbiamo qui se non cinque pani e due pesci, poca roba.
La consapevolezza dei discepoli è statica, ferma all’oggettività, come una fotografia, una statistica o un numero; così anche gli affamati diventano un oggetto, un intralcio, una seccatura che in fondo va tolta dalle scatole. Eppure in quell’eremos Gesù aveva scelto di proposito di ritirarsi lì (anachoreo), dove è stato seguito dalle folle; con la medesima consapevolezza Gesù si è preso cura dei loro malati e infine ha mostrato come i discepoli possano dare da mangiare: accoglie quel poco che hanno, rivolge la sua vista al cielo, benedice il pane, ne fa parti da condividere con i discepoli che, a loro volta, lo condividono alle folle.
Tutta la consapevolezza di Gesù è sul processo, sull’azione, sui verbi: ritirarsi, curare, dare, accogliere, benedire, dividere e condividere. Così i discepoli, che prima si erano accorti solamente dell’istantanea, di fronte alla sua autorevole dinamicità sono coinvolti nell’agire stesso di Gesù. E tutti si ritrovano nel condividere la sua stessa condivisione: nel ridonare ciò che si è ricevuto.
Ciò che abbiamo ci sembra sempre poco e insoddisfacente; la consapevolezza che non è nostra proprietà esclusiva ma piuttosto partecipa della condivisione del cielo in mezzo a noi suscita l’avvento, insperato, della sovrabbondanza.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.