Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
L’evangelo di oggi sembra invitare i nostri occhi a soffermarsi sugli occhi di Gesù, colmi di lacrime, e su quelli di Gerusalemme, colmi di incomprensione.
Gesù comprende invece sempre più, e quelle lacrime lubrificano il suo sguardo sulla realtà. È una realtà che avrebbe potuto aprirsi e invece ha preferito chiudersi, chiudendo gli occhi nell’indifferenza, sotterrando la propria testa come gli struzzi.
Questo rattrista Gesù sino al pianto, sino alla fine, sino alla morte. L’opportunità purtroppo è stata sprecata, l’occasione è ormai andata perduta. Certe scelte sono definitive. O perlomeno ti condizionano gravemente. Ci sono delle volte in cui purtroppo non è più possibile tornare indietro.
Ti sei voltato dall’altra parte, e ora i tormenti ti assediano sempre, ovunque, da ogni parte. Ma Gesù vede benissimo questo assedio, sino alle lacrime, che siano collirio donato anche per i tuoi occhi. La buona notizia è che, prima che tu te ne renda conto, Gesù ha già pianto per te. Ora finalmente puoi riaprire gli occhi. Non serve più neppure piangere.
Ricostruisci con lui.