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Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mt 1,16.18-21.24a

Giuseppe, onesto carpentiere, vive solamente della fatica delle proprie mani. Uomo giusto, ritiene doveroso che a ciascuno fosse dato il suo, nulla più di quanto gli spetti. «Non rubare!»: il comandamento lo ha ben scolpito.

Quel figlio non è suo, non lo ha fatto lui, e allora per onore di giustizia giunge a pensare che non può, anzi non deve accettarlo. Sarebbe ingiusto. Ma del resto neppure Maria si merita un pubblico ripudio. Che fare, allora? Nel fondo della sua coscienza, un dono altrettanto immeritato lo accarezza, aprendolo alla logica anti-meritocratica della gratuità.

È assurdamente eccessiva per noi la grazia di Dio: non ne siamo mai meritevoli. Eppure accogliere questo dono del tutto immeritato – lasciare che sia Dio a donare e donarsi a noi, che mai potremmo essere alla sua altezza – è l’unico modo per entrare nel Regno, per partecipare della vita di Gesù, per permettere la nostra divinizzazione.

Insomma: per essere felici, come desideriamo proprio tutti, ricordava ieri a Genova il domenicano Adrien Candiard. Che ha condiviso la riflessione di Thomas Merton: peccato è rifiutare l’amore dato gratuitamente. Candiard spiegava: «La vita spirituale significa prendere il tempo di accettare di essere amati da Dio». Questo è ciò che sceglie san Giuseppe.

Fonte

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Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). È socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. È docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. È un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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