Mentre l’evangelista Marco sottolinea l’immediatezza della risposta alla chiamata dei Dodici e Matteo la loro continuità con le dodici tribù di Israele che accoglie ogni nazione da Oriente a Occidente, Luca preferisce sottolineare la novità per il mondo giudaico: Gesù ha seguaci, discepole, apostole donne!
E per giunta si tratta di persone alquanto sospette, con un passato di abusi, sofferenze, impurità e legami con gente poco raccomandabile. Proprio con loro – non con i perfettini, si diceva ieri – Gesù ha una premura speciale che le converte al servizio. Agli occhi del mondo che neppure le considerava soggetti giuridici ma disgraziate da sfruttare, le donne non erano di certo le testimoni più affidabili, eppure seguivano Gesù, proprio come i Dodici.
E li servivano: il servizio è segno di regalità, di partecipazione alla missione di Dio che ha visitato il suo popolo per servirlo. Dopo essere state liberate dal pregiudizio grazie alla cura che Gesù ha offerto loro, quelle donne si erano messe a servire, con le loro risorse finanziarie – come si vedrà sempre di più nei decenni successivi, soprattutto negli ambienti ellenistici – ma pure spirituali, anche verso la comunità degli altri seguaci di Gesù: erano vere e proprie “diacone”. Donne liberate, donne grate, donne che camminano nella condivisione dei beni materiali. Prima di tutti, a loro sarà affidato l’annuncio della Pasqua.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.