Al di fuori del sistema istituzionale del perdono dei peccati, e di fronte allo sforzo ingegnoso degli amici barellieri che esplicita il loro pieno affidarsi, Gesù assicura il perdono dei peccati. Gli avversari non fraintendono: Gesù non ha semplicemente annunciato che Dio avrebbe perdonato la persona paralitica, ma ha rivendicato l’autorità di perdonare i peccati.
Nella concezione del tempo peccato e malattia spesso si intrecciavano. Solo Dio può perdonare i peccati – obiettano tutt’oggi i più devoti difensori delle prerogative divine – e neppure il Messia, a rigori, potrebbe. Oltretutto, Gesù non è neppure un levita, non è un sacerdote, ma è un semplice laico.
Ci sono stati, è vero, patriarchi come Mosè e profeti come Giona e Nathan che hanno annunciato il perdono, talvolta ponendosi come intercessori per i peccatori. Qui a intercedere pare che ci sia della gente comune: gli amici dell’infermo, pronti a tutto. E questo Gesù che cosa vuole? Pretende di essere qualcuno? Insomma: chi è quest’uomo che si mette al posto di Dio?
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Così, se affermare il perdono dei peccati può essere facile da dire ma difficile da provare, Gesù sceglie di rispondere con una affermazione ben più facile eventualmente da smentire, ma maggiormente difficile da dire: l’invito, rivolto al paralitico, di rialzarsi. Il fulcro non è la guarigione in sé, ma il perdono dei peccati, poi comprovato – a maggior ragione – dalla straordinaria guarigione del paralitico.
Il figlio dell’uomo – qui forse anche nel senso di “uomo come noi” – ha una tale autorità, che evidentemente gli viene da Dio. Questo Giubileo è per noi, donne e uomini, e a maggior ragione se ci diciamo cristiani, occasione per scoprire nuovi modi affinché la misericordia di Dio incontri chi più fatica a riconoscerla.
Senza delegarla tutta sempre e necessariamente ai preti. Al di là del perdono sacramentale – che mantiene certamente la sua importanza – ci sono molte altre esperienze di perdono e di penitenza che non possono andare perdute.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia e in Filosofia ha conseguito il dottorato in Ontologia Trinitaria – Teologia all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI). È socio ordinario dell’Associazione Teologica Italiana. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain”. È docente nelle scuole secondarie della Liguria e di Teologia Fondamentale all’ISSRM di Foggia. È un Piccolo Fratello dell’Accoglienza.
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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