COMMENTO A Gv 7,14-18.37-39a
La promessa di poter bere direttamente dal grembo di Cristo fiumi d’acqua viva se si crede in Lui, avvicinandoci con tutta la nostra sete di amore, non lasciava indifferente Teresa d’Avila.
La Santa che festeggiamo oggi con il vangelo proprio carmelitano scalzo, ricordava con delizioso affetto quella pagina, tuffandosi sempre più nelle sue viscere. Quell’acqua feconda incessantemente il suo giardino bruciato dall’arsura; rinfresca ciò che è accaldato, lava ciò che è sporco e placa la sete.
Sino a unirsi in Dio, come la pioggia si unisce al fiume. Lascio parlare direttamente Teresa: «Quante volte mi ricordo dell’acqua viva di cui parlò il Signore alla Samaritana! Quel fatto del Vangelo mi è molto caro, mi era caro fin da bambina, sebbene non capissi come adesso questo bene. Supplicavo spesso il Signore a darmi quell’acqua.
In camera mia c’era un quadro che rappresentava Gesù vicino al pozzo, con sotto le parole: Domine, da mihi aquam».
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.