In questa seconda moltiplicazione dei pani Gesù avverte ogni bisogno inespresso della folla. L’evangelista Marco lo esplicita nel discorso ai discepoli perché loro, e soprattutto noi oggi, intraprendano un percorso di consapevolezza dei bisogni propri e altrui, attenti alle parole e ai gesti di Gesù, intimamente connessi.
Senza ansie eccessive per il superfluo o al contrario per il come, resta il realismo di una domanda forte a bocca aperta, anche quando non ha la forza di gridare. Resta la certezza che il sostentamento concreto per proseguire il cammino non deve mancare, e non può mancare se si guarda tutto con gli occhi della misericordia di Dio che non trascura nessuna creatura.
Così Gesù, prima ancora che esprimiamo ciò di cui abbiamo necessità, non ci ignora, bensì ci precede nel prendersi cura di noi. Ben prima che noi ci mettiamo in testa di voler fare qualcosa per lui. Smonta il disfattismo di chi, più che guardare al bisogno delle persone, si ferma agli ostacoli e si dimentica del bene ricevuto nonostante ogni difficoltà.
E così, lasciando agire concretamente l’attenzione profonda degli occhi di Dio nei nostri occhi, si possono sfamare tutti in sazietà.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Mangiarono a sazietà.