Se sei abituato a sforzarti sempre di fare quello che dici e non hai problemi ad ammettere onestamente quello che fai, nessuno ha bisogno di esigere da te ulteriori assicurazioni. Basta la tua parola, bastano i tuoi fatti. Per questo Gesù, con la stessa radicalità con cui vieta il divorzio, vieta anche il giuramento.
Anche perché il giuramento presuppone che tutte le volte in cui uno non giura possa liberamente divorziare tra la parola e le sue conseguenze. Giurare equivale a dire che l’ottavo comandamento – non dire falsa testimonianza – non vale mai, eccetto quando si pronuncia esplicitamente un voto, una promessa, una formula di giuramento. Sembra una logica da azzeccagarbugli per svincolarsi dalla propria responsabilità e per autoassolversi con discorsi superflui.
Invece davanti a Dio e davanti ai fratelli non è ammessa alcuna doppiezza. Il sì che pronunciamo deve essere un sì nei fatti, e così anche il no deve essere un no, senza girarcela per convenienza. Meglio piuttosto non prendersi alcun impegno se poi non lo si intende mantenere. Il che non significa affatto – come troppo spesso viene frainteso questo versetto – che si debba giudicare gli altri in modo netto, dividere il mondo con l’accetta, separare il bianco dal nero. Tutt’altro.
Non si sta parlando qui di giudizio, bensì di una testimonianza coerente con sé stessa, senza ipocrisie dei due pesi e due misure, senza giocare allo scaricabarile, senza tirare in ballo chi non ha responsabilità su ciò che spetta esclusivamente a noi. Restiamo comunque nell’umile consapevolezza che, pur nella nostra premura affinché parola e azione siano sempre unite, l’imponderabile può sempre irrompere nella storia e stravolgere ogni piano umano; giurare vorrebbe dire pretendere di vincolare qualcun altro, e persino il Cielo, per assecondare la nostra egoistica volontà.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.