Perdonare ha a che fare più con la riconoscenza, che non con l’obbedienza. La parabola del servo ingrato, come un chiaroscuro, ci illustra il senso del Padre Nostro, al quale chiediamo di condonarci «i nostri debiti come anche noi li condoniamo ai nostri debitori».
La principale consapevolezza è che i nostri debiti sono già stati rimessi, condonati, cancellati con un atto gratuito di amore divino. E non sono stati condonati per noi solamente, ma anzi per tutti, e spetta a noi testimoniarlo inserendoci nel medesimo atto di condono. Nel nostro piccolissimo, siamo chiamati a fare buon uso di tutto il bene ricevuto, e soprattutto del perdono, per testimoniare con gratitudine che quella decisione libera ci ha cambiato davvero la vita, che la grazia non era scontata, che il condono era immeritato.
La qualità della nostra riconoscenza incarna la dignità che abbiamo ritrovato proprio grazie a quella libera decisione di perdonare perché siamo perdonati, di liberare perché siamo stati liberati, di amare perché siamo stati amati. E tale riconoscenza la manifestiamo nell’incontro con le sorelle e i fratelli che ancora non sanno cosa significhi, perché non hanno mai fatto consapevolmente esperienza di un libero gesto personale che li salvasse dalla rovina.
Tocca a noi renderlo vicino a loro, vivendolo nelle semplici scelte concrete quotidiane, in cui possiamo agire nella stessa pazienza sconfinata del nostro Padre. Nella forza del perdono che doniamo agli altri facciamo trasparire un raggio di quello che ci è stato offerto gratuitamente e incondizionatamente.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.