Piotr Zygulski – Commento al Vangelo del 12 Ottobre 2020

l misterioso “segno di Giona” viene interpretato dall’evangelista Luca come strettamente legato alla predicazione della Parola di Dio, e quindi nuovamente all’ascolto e alla messa in pratica. È infatti come vedevamo già nei brani dei giorni precedenti: il buon samaritano, Marta e Maria, i pregiudizi che ostacolano l’ascolto e la beatitudine per chi vive la Parola.

Qui la provocazione è per coloro che chiedono altri miracoli prima di decidersi a cambiare vita. A loro non basta la predicazione di Salomone, che destò l’attrazione persino della Regina del Sud. A loro non basta la predicazione di Giona, che fu segno per gli abitanti di Ninive. A loro non basta neppure la predicazione di Gesù.

Notiamo anche qui pertanto un atteggiamento di chiusura, di sfida, di pregiudizio. Di fronte a chi non vuol proprio sentire, anche Gesù fa ben poco. Di fronte alle trappole delle false alternative preimpostate, Gesù decisamente si sottrae. Non scende ai loro giochi, non soddisfa la loro voglia di spettacoli eclatanti, non si lascia strumentalizzare. Ha mostrato tutto quando era necessario; ora non più. Si rifiuta di dare altri segni che comunque non sarebbero mai neppure visti da chi ha gli occhi foderati di prosciutto.

Porta solamente la Parola di Dio: porta cioè la sua persona, sé stesso, un uomo più grande del profeta Giona, che nondimeno fu sufficiente per la conversione di un’intera città. Porta sé stesso, in grado di alitare lo Spirito Santo sull’intero universo.


Commento a cura di:

Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).

Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.

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