Quante volte riconosciamo come bene quello fatto dai nostri amici, mentre tendiamo a negare la bontà del bene fatto da chi ci sta meno simpatico! Gesù vive la stessa situazione, con la sua predicazione che suscita ostilità e gelosie tra gli avversari. I quali, pur di dargli contro, giungono in modo contorto e contraddittorio ad attribuire il bene che riconoscono in Gesù allo zampino del diavolo, mentre quello dei loro amici sarebbe ovviamente conforme alla volontà di Dio.
Gesù accetta sino in fondo la loro provocazione: anche ammettendo come vero che combatte il diavolo per mezzo di altri diavoli, ciò vorrebbe dire che sta scatenando una guerra civile tra diavoli, l’uno contro l’altro, che li porterebbe a distruggersi da soli. Infatti un esercito non potrebbe resistere a lungo così diviso; ciò significa che la fine del potere dei diavoli è segnata. Per questo è assai più logica la spiegazione che appare evidente e lineare: gli esorcismi compiuti da Gesù sono operati nello Spirito di Dio che offre l’unità, la libertà e la pace vera.
La potenza è così concreta che si lascia toccare con mano e che nel suo agire assolutamente liberante tocca ogni carne con mano. Per questo nei frutti buoni dell’agire di Gesù riconosciamo la definitiva presenza di Dio già in atto nella storia. Occorre tuttavia vigilare affinché, dopo l’ingresso di Gesù con una ventata straordinaria di libertà nella nostra vita, non ne approfittiamo per tornare peggio di prima schiavi di logiche opposte a quelle della misericordia, della fraternità e del dialogo.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
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Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Parola del Signore