Battesimo significa liberazione. Questo è ciò che illustra l’evangelista Luca in tre scene battesimali strettamente intrecciate: quella del battesimo vero e proprio di Gesù al Giordano, quella delle tentazioni e infine la proclamazione profetica nella sinagoga di Nazareth. È la sintesi di tutto il vangelo di Luca, ben attento a ribadire la potenza dello Spirito che ha consacrato il Figlio di Dio e che con lui sempre agisce.
Le parole che Gesù, da vero ebreo, si trova a leggere in sinagoga sono quelle del profeta Isaia, che si fondono nel «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» ricevuto dal Padre durante il battesimo. Ma qui non è più solamente la terza persona di Isaia, né la seconda del Padre: Gesù le fa proprie, in prima persona, attuando la sua consacrazione. L’esigenza di un momento di liberazione non è mai venuta meno; oggi più che mai di fronte a tante ingiustizie riecheggia la stessa voce, infervorata dallo Spirito, che si rivolge in via preferenziale ai poveri: per i prigionieri la liberazione, per i ciechi la vista, per gli oppressi la libertà! Proprio per questo Gesù si era fatto battezzare con coloro che avevano scelto di cambiare vita ponendo fine a ogni forma di sfruttamento: per non essere più schiavi dell’egoismo, ma liberi di amare nella forza dello Spirito, l’amore di Dio che ora divampa su tutte le persone, ebree e non ebree, e su tutti i popoli.
L’anno giubilare rompe la spirale del debito: periodicamente si annullano i crediti dei soggetti forti che avevano dato in prestito ai debitori, che sono i soggetti deboli, talvolta neppure più in grado di ripagare il debito e non per stupidità o cattiveria. Il condono dei debiti, così come quello dei peccati, non è quindi un gesto repentino di clemenza, ma una fondamentale esigenza di giustizia risvegliata da Gesù. Se siamo consapevoli di quanto ci è stato condonato, risulta assolutamente ingiusto non fare altrettanto.
Valeva già da prima per le singole persone; oggi a maggior ragione occorre una compensazione tra surplus e deficit commerciali tra i vari Stati, per evitare che uno tenga eternamente sotto ricatto gli altri. Possa allora questa nostra nuova giornata essere animata dallo stesso Spirito perché, attraverso le nostre scelte politiche ed economiche che sradichino ogni forma di ingiustizia, tutti possano riconoscere che questa parola si è finalmente compiuta. Non solo in Gesù, ma anche in noi, capaci di solcare cammini di liberazione e di riscatto sociale per tutti.
Commento a cura di:
Piotr Zygulski, nato a Genova nel 1993, dopo gli studi in Economia all’Università di Genova ha ottenuto la Laurea Magistrale in Filosofia ed Etica delle Relazioni all’Università di Perugia e in Ontologia Trinitaria all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), dove attualmente è dottorando in studi teologici interreligiosi. Dirige la rivista di dibattito ecclesiale “Nipoti di Maritain” (sito).
Tra le pubblicazioni: Il Battesimo di Gesù. Un’immersione nella storicità dei Vangeli, Postfazione di Gérard Rossé, EDB 2019.
Oggi si è compiuta questa Scrittura.