Per la Famiglia – Breve commento al Vangelo di oggi, 8 Giugno 2019 – Gv 21, 20-25

Oggi leggiamo le ultime parole del Vangelo secondo Giovanni. Tra gli Apostoli Giovanni ha anche un “posto speciale” è un testimone diretto della morte di Gesù e la risurrezione di Gesù Cristo stesso. Giovanni agisce come un “notaio”: vuole dare «testimonianza di queste cose» ed è lui chi le «ha scritto». Con parole simili Giovanni ha voluto certificare la morte reale di Cristo con il cuore trafitto da una lancia.

La vita di Gesù è apassionante, ricca di parole e di azioni. San Giovanni, che è sopravvissuto al resto degli Apostoli, narra l’essenziale. Molte altre cose le possiamo “vedere” noi sostenuti nella Tradizione della Chiesa e la meditazione personale.

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Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21, 20-25

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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