Parole di Natale – 25 storie per l’attesa

1784

25 storie introdotte ognuna da una parola, da leggere una al giorno, per aspettare il Natale. Attingendo dalla tradizione cristiana, dall’attualità, dall’esperienza quotidiana, dalle minuscole e grandi cose, per aprire in famiglia, nell’attesa di Gesù Bambino, un piccolo spazio di narrazione protetto, caldo, autentico. Storie come foto istantanee, con il Natale a fare da lente di ingrandimento per ammorbidire la ruvidità delle nostre distrazioni e scaldare i nostri cuori, non solo per un giorno.

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Contemporaneamente tutto in una notte

La notte del ventiquattro dicembre di quell’anno fu una delle notti più straordinarie di tutti i tempi. Accaddero così tante cose che, a raccontarle, non basterebbe una vita intera.

Per esempio.

Nel deserto la gobba di una duna fu spazzata a lungo dal vento, che la appianò.

In una cameretta del civico 25, sesto piano, viale della Repubblica, un bimbo fece un sogno bruttissimo, si potrebbe dire un incubo, e si svegliò urlando.

A un poeta finì improvvisamente l’inchiostro della penna, proprio quando stava componendo il suo capolavoro. E mentre cercava un’altra penna, si dimenticò ciò che vo-leva scrivere, e così andò a dormire. Un signore di nome Gianni si alzò per chiudere la porta che aveva dimenticato solo accostata. E, dato che c’era, uscì a vedere le stelle, che non guardava più da almeno dieci anni. E le trovò sorprendentemente belle.

Una formica abbandonò una briciola di pane, perché era troppo pesante.

Uno scalino di legno e la schiena di Alessandro scricchiolarono per ben tre volte.

Una chiave fu perduta in una borsa, e ritrovata circa mezzora dopo e la testa di Annalisa si perse per amore di Andrea, per sempre. Un’intera bottiglia di sciroppo per la tosse fu svuotata, ma la tosse non passò.

Furono recitate preghiere alla fortuna, al destino, alle mamme per poter restare fuori più a lungo la sera, a chi doveva accomodarsi («prego, si accomodi»), a dio, alle stelle.

La ruota di una macchina si bucò e fu sostituita alla luce di una torcia. Tutti e due i piedi di Leonardo si allungarono improvvisamente di due centimetri. E le scarpe da ginnastica verdi furono passate a un cugino più piccino. La signora Adele, che aveva ottantasette anni, si ricordò che da piccola le piacevano moltissimo le gonne a campana rosse coi pallini bianchi, ma non ne aveva mai avuta una.

Dentro le nuvole si preparava la neve che sarebbe caduta l’indomani.

Giuseppe, alzatosi in segreto alle due di notte, trovò finalmente, nella bustina che gli aveva regalato il nonno,

la figurina che gli mancava per completare il suo album. Il signor Amedeo si addormentò sul divano, mentre accarezzava il suo gatto nero Merlino.

Un bambino nacque in una stalla, perché non si trovò posto, per lui, da nessun’altra parte.

Autore
Cristina BELLEMO – Sono nata e vivo a Bassano del Grappa, città che amo moltissimo, e in cui mi piace sempre tornare. Lavoro a pochi passi dal fiume Brenta, che scandisce con la sua voce il ritmo delle parole, e della vita. Sono laureata in lettere classiche, e scrivo da più di vent’anni, come giornalista e come autrice di libri pubblicati da diversi editori (EMP, Erickson, Zoolibri, Topipittori, Rizzoli, Il Castoro). La possibilità di narrare mi incanta. Sono sposata con Massimiliano, e mamma di Cecilia e Sebastiano. Marco BONATTI – Sono nato e vivo a Desenzano del Garda in compagnia della mia famiglia, dei miei gatti e dei miei disegni. Da sempre coltivo la passione del disegno e grazie al sostegno della mia famiglia ne ho approfondito conoscenza e tecniche presso l’Istituto d’Arte di Guizzolo (MN) e presso la Scuola del fumetto di Milano. Nel 2016 ho pubblicato il mio primo libro con l’editore Zoolibri e dal 2017 collaboro con l’agenzia per illustratori Illozoo grazie alla quale ho la fortuna di lavorare su svariati progetti per editori internazionali.