Papa Francesco โ€“ Viaggio Apostolico in Georgia e Azerbaijan: Santa Messa nello stadio M. Meskhi

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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN GEORGIA E AZERBAIJAN

(30 SETTEMBRE โ€“ 2 OTTOBRE 2016)

SANTA MESSA

OMELIA DEL SANTO PADRE

Stadio M. Meskhi โ€“ Tbilisi
Sabato, 1 ottobre 2016

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Pope Francis in Georgia - Celebration of Holy Mass

Tra i tanti tesori di questo splendido Paese risalta il grande valore delle donne. Esse โ€“ scriveva Santa Teresa di Gesรน Bambino, di cui facciamo oggi memoria โ€“ ยซamano Dio in numero ben piรน grande degli uominiยป (Scritti autobiografici, Manoscritto A, 66). Qui in Georgia ci sono tante nonne e madri che continuano a custodire e tramandare la fede, seminata in questa terra da Santa Nino, e portano lโ€™acqua fresca della consolazione di Dio in tante situazioni di deserto e conflitto.

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[ads2]Questo ci aiuta a comprendere la bellezza di quanto il Signore dice oggi nella prima lettura: ยซCome una madre consola un figlio, cosรฌ io vi consolerรฒยป (Is 66,13). Come una madre prende su di sรฉ i pesi e le fatiche dei suoi figli, cosรฌ Dio ama farsi carico dei nostri peccati e delle nostre inquietudini; Egli, che ci conosce e ci ama infinitamente, รจ sensibile alla nostra preghiera e sa asciugare le nostre lacrime. Guardandoci, ogni volta si commuove e si intenerisce, con un amore viscerale, perchรฉ, al di lร  del male di cui siamo capaci, siamo sempre i suoi figli; desidera prenderci in braccio, proteggerci, liberarci dai pericoli e dal male. Lasciamo risuonare nel nostro cuore queste parole che oggi ci rivolge: โ€œCome una madre, io vi consolerรฒโ€.

La consolazione di cui abbiamo bisogno, in mezzo alle vicende turbolente della vita, รจ proprio la presenza di Dio nel cuore. Perchรฉ la sua presenza in noi รจ la fonte della vera consolazione, che rimane, che libera dal male, porta la pace e fa crescere la gioia. Per questo, se vogliamo vivere da consolati, occorre far posto al Signore nella vita. E perchรฉ il Signore abiti stabilmente in noi, bisogna aprirgli la porta e non tenerlo fuori. Ci sono delle porte della consolazione da tenere sempre aperte, perchรฉ Gesรน ama entrare da lรฌ: il Vangelo letto ogni giorno e portato sempre con noi, la preghiera silenziosa e adorante, la Confessione, lโ€™Eucaristia. Attraverso queste porte il Signore entra e dร  un sapore nuovo alle cose. Ma quando la porta del cuore si chiude, la sua luce non arriva e si resta al buio. Allora ci abituiamo al pessimismo, alle cose che non vanno, alle realtร  che mai cambieranno. E finiamo per rinchiuderci nella tristezza, nei sotterranei dellโ€™angoscia, soli dentro di noi. Se invece spalanchiamo le porte della consolazione, entra la luce del Signore!

Ma Dio non ci consola solo nel cuore; tramite il profeta Isaia infatti aggiunge: ยซA Gerusalemme sarete consolatiยป (66,13). A Gerusalemme, cioรจ nella cittร  di Dio, nella comunitร : quando siamo uniti, quando cโ€™รจ comunione tra noi agisce la consolazione di Dio. Nella Chiesa si trova consolazione, รจ la casa della consolazione: qui Dio desidera consolare. Possiamo chiederci: io, che sto nella Chiesa, sono portatore della consolazione di Dio? So accogliere lโ€™altro come ospite e consolare chi vedo stanco e deluso? Pur quando subisce afflizioni e chiusure, il cristiano รจ sempre chiamato a infondere speranza a chi รจ rassegnato, a rianimare chi รจ sfiduciato, a portare la luce di Gesรน, il calore della sua presenza, il ristoro del suo perdono. Tanti soffrono, sperimentano prove e ingiustizie, vivono nellโ€™inquietudine. Cโ€™รจ bisogno dellโ€™unzione del cuore, di questa consolazione del Signore che non toglie i problemi, ma dona la forza dellโ€™amore, che sa portare il dolore in pace. Ricevere e portare la consolazione di Dio: questa missione della Chiesa รจ urgente. Cari fratelli e sorelle, sentiamoci chiamati a questo: non a fossilizzarci in ciรฒ che non va attorno a noi o a rattristarci per qualche disarmonia che vediamo tra di noi. Non fa bene abituarsi a un โ€œmicroclimaโ€ ecclesiale chiuso; ci fa bene condividere orizzonti ampi, orizzonti aperti di speranza, vivendo il coraggio umile di aprire le porte e uscire da noi stessi.

Cโ€™รจ perรฒ una condizione di fondo per ricevere la consolazione di Dio, che la sua Parola oggi ci ricorda: diventare piccoli come bambini (cfr Mt 18,3-4), essere ยซcome un bimbo in braccio a sua madreยป (Sal 130,2). Per accogliere lโ€™amore di Dio รจ necessaria questa piccolezza di cuore: solo da piccoli, infatti, si puรฒ essere tenuti in braccio dalla mamma.

Chi si fa piccolo come un bambino โ€“ ci dice Gesรน โ€“ ยซรจ il piรน grande nel regno dei cieliยป (Mt 18,4). La vera grandezza dellโ€™uomo consiste nel farsi piccolo davanti a Dio. Perchรฉ Dio non si conosce con pensieri alti e tanto studio, ma con la piccolezza di un cuore umile e fiducioso. Per essere grandi davanti allโ€™Altissimo non bisogna accumulare onori e prestigio, beni e successi terreni, ma svuotarsi di sรฉ. Il bambino รจ proprio colui che non ha niente da dare e tutto da ricevere. รˆ fragile, dipende dal papร  e dalla mamma. Chi si fa piccolo come un bimbo diventa povero di sรฉ, ma ricco di Dio.

I bambini, che non hanno problemi a capire Dio, hanno tanto da insegnarci: ci dicono che Egli compie grandi cose con chi non gli fa resistenza, con chi รจ semplice e sincero, privo di doppiezze. Ce lo mostra il Vangelo, dove si operano grandi meraviglie con piccole cose: con pochi pani e due pesci (cfr Mt 14,15-20), con un granello di senape (cfr Mc 4,30-32), con un chicco di grano che muore in terra (cfr Gv 12,24), con un solo bicchiere dโ€™acqua donato (cfr Mt 10,42), con due monetine di una povera vedova (cfr Lc 21,1-4), con lโ€™umiltร  di Maria, la serva del Signore (cfr Lc 1,46-55).

Ecco la grandezza sorprendente di Dio, di un Dio pieno di sorprese e che ama le sorprese: non perdiamo mai il desiderio e la fiducia delle sorprese di Dio! E ci farร  bene ricordare che siamo sempre e anzitutto figli suoi: non padroni della vita, ma figli del Padre; non adulti autonomi e autosufficienti, ma figli sempre bisognosi di essere presi in braccio, di ricevere amore e perdono. Beate le comunitร  cristiane che vivono questa genuina semplicitร  evangelica! Povere di mezzi, sono ricche di Dio. Beati i Pastori che non cavalcano la logica del successo mondano, ma seguono la legge dellโ€™amore: lโ€™accoglienza, lโ€™ascolto, il servizio. Beata la Chiesa che non si affida ai criteri del funzionalismo e dellโ€™efficienza organizzativa e non bada al ritorno di immagine. Piccolo amato gregge di Georgia, che tanto ti dedichi alla caritร  e alla formazione, accogli lโ€™incoraggiamento del Buon Pastore, affidati a Lui che ti prende sulle spalle e ti consola!

Vorrei riassumere questi pensieri con alcune parole di Santa Teresa di Gesรน Bambino, che oggi ricordiamo. Ella ci indica la sua โ€œpiccola viaโ€ verso Dio, ยซlโ€™abbandono del piccolo bambino, che si addormenta senza timore tra le braccia di suo padreยป, perchรฉ ยซGesรน non domanda grandi gesti, ma solo lโ€™abbandono e la riconoscenzaยป (Scritti autobiografici, Manoscritto B, 1). Purtroppo, perรฒ โ€“ scriveva allora ma รจ vero anche oggi โ€“ Dio trova ยซpochi cuori che si abbandonino a lui senza riserve, che comprendano tutta la tenerezza del suo Amore infinitoยป (ibid.). La giovane santa e Dottore della Chiesa, invece, era esperta nella ยซscienza dellโ€™Amoreยป (ibid.) e ci insegna che ยซla caritร  perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, nel non sorprendersi delle loro debolezze, nellโ€™essere edificati anche dai minimi atti di virtรน che li si vede praticareยป; ci ricorda anche che ยซla caritร  non puรฒ rimanere chiusa nel fondo del cuoreยป (Manoscritto C, 12). Chiediamo oggi, tutti insieme, la grazia di un cuore semplice, che crede e vive nella forza mite dellโ€™amore; chiediamo di vivere con la serena e totale fiducia nella misericordia di Dio.

SALUTO AL TERMINE DELLA S. MESSA

Sono grato a Mons. Pasotto per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome delle Comunitร  latina, armena e assiro-caldea. Saluto il Patriarca Sako e i Vescovi Caldei, Mons. Minassian e quanti sono giunti dalla vicina Armenia, e voi tutti, cari fedeli provenienti da diverse regioni della Georgia. Ringrazio il Signor Presidente, le autoritร , i cari amici della Chiesa Apostolica Armena e delle confessioni cristiane qui convenute, e in modo particolare i fedeli della Chiesa Ortodossa Georgiana presenti. Mentre vi chiedo per favore di pregare per me, assicuro il mio ricordo per tutti voi e rinnovo il mio grazie. Didi madloba! [molte grazie!]