Papa Francesco – Omelia del 8 gennaio 2015 a casa Santa Marta

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MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

Papa Francesco prega per le vittime della strage di Parigi

Il Pontefice ha celebrato a Santa Marta la messa per le vittime dell’attacco di Parigi, condannando la crudeltà di cui è capace l‘uomo.

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Dio ci precede sempre nell’amore. E’ uno dei passaggi dell’omelia di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta con un gruppo di fedeli, la prima dell’anno 2015. Il Pontefice ha sottolineato che l’amore cristiano è fatto di opere concrete, non parole. Ed ha ribadito che per conoscere Dio non basta l’intelletto, è necessario l’amore. Il servizio di Alessandro Gisotti:

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Solo per la strada dell’amore si conosce Dio
In questi giorni dopo Natale, ha rilevato Francesco, la parola chiave nella liturgia è “manifestazione”. Gesù si manifesta: nella festa dell’Epifania, nel Battesimo e ancora alle nozze di Cana. Ma, si è chiesto il Papa, “come possiamo conoscere Dio?”. E’ proprio questo, ha annotato, il tema da cui parte l’Apostolo Giovanni nella Prima Lettura, sottolineando che per conoscere Dio il nostro “intelletto”, “la ragione” è “insufficiente”. Dio, ha soggiunto, “si conosce totalmente nell’incontro con Lui e per l’incontro la ragione non basta”. Ci vuole qualcosa di più:

“Dio è amore! E soltanto per la strada dell’amore, tu puoi conoscere Dio. Amore ragionevole, accompagnato dalla ragione. Ma amore! ‘Ma come posso amare quello che non conosco?’; ‘Ama quelli che tu hai vicino’. E questa è la dottrina di due Comandamenti: Il più importante è amare Dio, perché Lui è amore; Ma il secondo è amare il prossimo, ma per arrivare al primo dobbiamo salire per gli scalini del secondo: cioè attraverso l’amore al prossimo arriviamo a conoscere Dio, che è amore. Soltanto amando ragionevolmente, ma amando, possiamo arrivare a questo amore”.

L’amore di Dio non è una telenovela
Ecco perché, ha esortato, dobbiamo amarci “gli uni gli altri”, perché “l’amore è da Dio” e “chiunque ama è stato generato da Dio”. E ancora, ha soggiunto, per conoscere Dio bisogna amare:

“Chi ama conosce Dio; chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Ma non amore di telenovela. No, no! Amore solido, forte; amore eterno, amore che si manifesta – la parola di questi giorni, manifestazione – nel suo Figlio, che è venuto per salvarci. Amore concreto; amore di opere e non di parole. Per conoscere Dio ci vuole tutta una vita; un cammino, un cammino di amore, di conoscenza, di amore per il prossimo, di amore per quelli che ci odiano, di amore per tutti”.

L’amore di Dio è come il fiore del mandorlo
Francesco ha così osservato che non siamo stati noi a dare l’amore a Dio, ma è stato “Lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Nella persona di Gesù, è stata la sua riflessione, “possiamo contemplare l’amore di Dio” e seguendo il suo esempio “arriviamo – scalino per scalino – all’amore di Dio, alla conoscenza di Dio che è amore”. Richiamando poi il profeta Geremia, il Papa ha detto che l’amore di Dio ci “precede”, ci ama prima ancora che noi lo cerchiamo. L’amore di Dio, ha sottolineato, è come “il fiore del mandorlo”, che è “il primo a fiorire in primavera”. Il Signore “ci ama per primo”, “sempre avremo questa sorpresa”. Ed ha osservato che “quando noi ci avviciniamo a Dio attraverso le opere di carità, la preghiera, nella Comunione, nella Parola di Dio”, “troviamo che Lui è lì, per primo, aspettandoci, così ci ama”.

L’amore di Dio ci aspetta sempre
Il Papa ha così rivolto il pensiero al Vangelo odierno che narra della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù. Il Signore, ha affermato, “ebbe compassione” della tanta gente che era andata ad ascoltarlo, perché “erano pecore che non avevano pastore, disorientate”. Ed ha rilevato che anche oggi tanta gente è “disorientata” nelle “nostre città, nei nostri Paesi”. Per questo, Gesù insegna loro la dottrina e la gente lo ascolta. Quando poi si fa tardi e chiede di dare loro da mangiare, però, i discepoli rispondono “un po’ innervositi”. Ancora una volta, ha commentato il Papa, Dio è arrivato “primo, i discepoli non avevano capito niente”:

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