Papa Francesco – Omelia del 10 ottobre 2014 a Santa Marta

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Difendete il vostro cuore dal male

A Santa Marta Papa Francesco celebra la messa ed esorta tutti a non fare del proprio cuore “una piazza”, dove “tutti vanno e vengono”.

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Per non far entrare il male nel nostro cuore c’è una pratica antica, ma tanto buona, l’esame di coscienza: lo ha detto Papa Francesco nell’omelia mattutina a Santa Marta. Ce ne parla Sergio Centofanti:

Il Vangelo del giorno ci ricorda che il diavolo torna sempre da noi, non smette mai di tentare l’uomo: “Il diavolo ha pazienza” – afferma Papa Francesco – “non lascia quello che vuole per sé”, la nostra anima:

“Dopo le tentazioni, nel deserto, quando Gesù fu tentato dal diavolo, nella versione di Luca si dice che il demonio lo lasciò per un tempo ma durante la vita di Gesù tornava e tornava: quando lo mettevano alla prova, quando gli tendevano delle trappole, nella Passione, fino alla Croce. ‘Ma se Tu sei il Figlio di Dio, ma vieni, vieni da noi, così noi possiamo credere’. E tutti noi sappiamo che questa parola tocca il cuore: ‘Ma tu sei capace? Fammelo vedere! No, non sei capace’. Come il diavolo fino alla fine a Gesù. E così con noi”.

Occorre custodire il nostro cuore dove abita lo Spirito Santo – sottolinea il Papa –  “perché non entrino gli altri spiriti”. Custodire il cuore, come si custodisce una casa, a chiave”. E poi vigilare sul cuore, come una sentinella: “Quante volte – osserva – entrano i cattivi pensieri, le cattive intenzioni, le gelosie, le invidie. Tante cose, che entrano. Ma chi ha aperto quella porta? Da dove sono entrati? Se io non mi accorgo” di quanto “entra nel mio cuore, il mio cuore diviene una piazza, dove tutti vanno e vengono. Un cuore senza intimità, un cuore dove il Signore non può parlare e nemmeno essere ascoltato”.

“E Gesù dice un’altra cosa lì – no? – che sembra un po’ strana: ‘Chi non raccoglie con me, disperde’. Usa la parola ‘raccogliere’. Avere un cuore raccolto, un cuore sul quale noi sappiamo cosa succede, e qui e là si può fare la pratica tanto antica della Chiesa, ma buona: l’esame di coscienza. Chi di noi, la sera, prima di finire la giornata, rimane da solo, da sola, e si fa la domanda: cosa è accaduto oggi nel mio cuore? Cosa è successo? Che cose sono passate attraverso il mio cuore? Se non lo facciamo, davvero non sappiamo vigilare bene né custodire bene”.

L’esame di coscienza “è una grazia, perché custodire il nostro cuore è custodire lo Spirito Santo, che è dentro di noi”:

“Noi sappiamo, Gesù parla chiaramente, che i diavoli tornano, sempre. Anche alla fine della vita, Lui ci dà l’esempio – Gesù – di questo. E per custodire, per vigilare, perché non entrino i demoni, bisogna saper raccogliersi, cioè stare in silenzio davanti a se stessi e davanti a Dio, e alla fine della giornata domandarsi: ‘Cosa è accaduto oggi nel mio cuore? E’ entrato qualcuno che non conosco? La chiave è a posto?’. E questo ci aiuterà a difenderci da tante cattiverie, anche da quelle che noi possiamo fare, se entrano questi demoni, che sono furbissimi, e alla fine ci truffano tutti”.

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