VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CUBA, NEGLI STATI UNITI D’AMERICA
E VISITA ALLA SEDE DELL’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE
(19-28 SETTEMBRE 2015)
INCONTRO CON I VESCOVI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cattedrale di San Matteo, Washington, D.C.
Mercoledรฌ, 23 settembre 2015
Carissimi fratelli nellโEpiscopato,
prima di tutto vorrei inviare un saluto alla comunitร ebraica, ai nostri fratelli ebrei, che oggi celebrano la festa dello Yom Kippur. Il Signore li benedica con la pace, e li faccia andare avanti nella via della santitร , secondo questo che oggi abbiamo sentito dalla sua Parola: โSiate santi, perchรฉ io sono Santoโ (Lv 19,2).
Sono lieto di incontrarvi in questo momento della missione apostolica che mi ha condotto nel vostro Paese. Ringrazio vivamente il Cardinale Wuerl e lโArcivescovo Kurtz per le gentili parole che mi hanno rivolto anche a nome di tutti voi. Ricevete per favore la mia gratitudine per lโaccoglienza e per la generosa disponibilitร con la quale il mio soggiorno รจ stato programmato e organizzato.
[ads2]Nellโabbracciare con lo sguardo e con il cuore i vostri volti di Pastori, vorrei abbracciare anche le Chiese che amorosamente portate sulle spalle; e vi prego di assicurare che la mia vicinanza umana e spirituale raggiunge, per mezzo di voi, lโintero Popolo di Dio disseminato su questa vasta terra.
Il cuore del Papa si dilata per includere tutti. Allargare il cuore per testimoniare che Dio รจ grande nel suo amore รจ la sostanza della missione del Successore di Pietro, Vicario di Colui che sulla croce ha abbracciato lโintera umanitร . Che nessun membro del Corpo di Cristo della nazione americana si senta escluso dallโabbraccio del Papa. Ovunque affiori sulle labbra il nome di Gesรน, lรฌ risuoni pure la voce del Papa per assicurare: โEโ il Salvatore!โ. Dalle vostre grandi metropoli della costa orientale alle pianure del midwest, dal profondo sud allo sconfinato ovest, dovunque la vostra gente si raccoglie nellโassemblea eucaristica, il Papa non sia un mero nome abitudinariamente pronunciato, ma una tangibile compagnia volta a sostenere la voce che si eleva dal cuore della Sposa: โVieni Signore!โ.
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Quando una mano si tende per compiere il bene o portare al fratello la caritร di Cristo, per asciugare una lacrima o fare compagnia ad una solitudine, per indicare la strada ad uno smarrito o risollevare un cuore ormai infranto, per chinarsi su uno che รจ caduto o insegnare a chi รจ assetato di veritร , per offrire il perdono o guidare ad un nuovo inizio in Dio… sappiate che il Papa vi accompagna, il Papa vi sostiene, poggia anchโEgli sulla vostra la sua mano ormai vecchia e rugosa ma, per grazia di Dio, ancora capace di sostenere e di incoraggiare.
La mia prima parola รจ di rendimento di grazie a Dio per il dinamismo del Vangelo che ha consentito la notevole crescita della Chiesa di Cristo in queste terre, e ha permesso il generoso contributo che essa ha offerto e continua ad offrire alla societร statunitense e al mondo. Apprezzo vivamente e ringrazio commosso per la vostra generositร e solidarietร verso la Sede Apostolica e verso lโevangelizzazione in tante sofferenti parti del mondo. Sono lieto per lโindomito impegno della vostra Chiesa per la causa della vita e della famiglia, motivo preminente di questa mia visita. Seguo con attenzione lo sforzo ingente di accoglienza e di integrazione degli immigrati che continuano a guardare allโAmerica con lo sguardo dei pellegrini che approdarono alla ricerca delle sue promettenti risorse di libertร e prosperitร . Ammiro il lavoro con cui portate avanti la missione educativa nelle vostre scuole a tutti i livelli lโopera caritativa nelle vostre numerose istituzioni. Sono attivitร condotte spesso senza che si comprenda il loro valore e senza appoggio e, in ogni caso, eroicamente mantenute con lโobolo dei poveri, perchรฉ tali iniziative scaturiscono da un mandato soprannaturale al quale non รจ lecito disobbedire. Sono consapevole del coraggio con cui avete affrontato momenti oscuri del vostro percorso ecclesiale senza temere autocritiche nรฉ risparmiare umiliazioni e sacrifici, senza cedere alla paura di spogliarsi di quanto รจ secondario pur di riacquistare lโautorevolezza e la fiducia richiesta ai Ministri di Cristo, come desidera lโanima del vostro popolo. So quanto ha pesato in voi la ferita degli ultimi anni, e ho accompagnato il vostro generoso impegno per guarire le vittime, consapevole che nel guarire siamo pur sempre guariti, e per continuare a operare affinchรฉ tali crimini non si ripetano mai piรน.
Vi parlo come Vescovo di Roma, giร nella vecchiaia chiamato da Dio da una terra anchโessa americana, per custodire lโunitร della Chiesa Universale e per incoraggiare nella caritร il percorso di tutte le Chiese particolari, perchรฉ progrediscano nella conoscenza, nella fede e nellโamore di Cristo. Leggendo i vostri nomi e cognomi, osservando i vostri volti, conoscendo la misura alta della vostra consapevolezza ecclesiale e sapendo della devozione che avete sempre riservato al Successore di Pietro, devo dirvi che non mi sento tra voi un forestiero. Provengo, infatti, da una terra anchโessa vasta, sconfinata e non di rado informe che, come la vostra, ha ricevuto la fede dal bagaglio dei missionari. Ben conosco la sfida di seminare il Vangelo nel cuore di uomini provenienti da mondi diversi, spesso induriti dallโaspro cammino percorso prima di approdare. Non mi รจ estranea la storia della fatica di impiantare la Chiesa tra pianure, montagne, cittร e suburbi di un territorio spesso inospitale, dove le frontiere sono sempre provvisorie, le risposte ovvie non durano e la chiave dโingresso richiede di saper coniugare lo sforzo epico dei pionieri esploratori con la prosaica saggezza e resistenza dei sedentari che presidiano lo spazio raggiunto. Come ha cantato un vostro poeta: โali forti ed instancabiliโ, ma anche la saggezza di chi โconosce le montagneโ*.
Non vi parlo da solo. La mia voce si pone in continuitร con quanto i miei Predecessori vi hanno donato. Infatti, sin dagli albori della โnazione americanaโ, quando allโindomani della rivoluzione venne eretta la prima diocesi a Baltimora, la Chiesa di Roma vi รจ sempre stata vicina e non vi รจ mai mancata la sua costante assistenza ed il suo incoraggiamento. Negli ultimi decenni, tre dei miei venerati Predecessori vi hanno fatto visita, consegnandovi un notevole patrimonio dโinsegnamento tuttora attuale, di cui avete fatto tesoro per orientare i lungimiranti programmi pastorali con cui guidare questโamata Chiesa.
Non รจ mia intenzione tracciare un programma o delineare una strategia. Non sono venuto per giudicarvi o per impartirvi lezioni. Confido pienamente nella voce di Colui che โinsegna ogni cosaโ (cfr Gv 14,26). Consentitemi soltanto, con la libertร dellโamore, di poter parlare come un fratello tra fratelli. Non mi sta a cuore dirvi cosa fare, perchรฉ sappiamo tutti quanto ci chiede il Signore. Preferisco piuttosto ritornare ancora su quella fatica – antica e sempre nuova – di domandarsi circa le strade da percorrere, sui sentimenti da conservare mentre si opera, sullo spirito con cui agire. Senza la pretesa di essere esaustivo, condivido con voi alcune riflessioni che ritengo opportune per la nostra missione.
Siamo Vescovi della Chiesa, Pastori costituiti da Dio per pascere il suo gregge. La nostra gioia piรน grande รจ essere Pastori, nientโaltro che Pastori, dal cuore indiviso ed una irreversibile consegna di sรฉ. Bisogna custodire questa gioia senza lasciare che ce la rubino. Il maligno ruggisce come leone cercando di divorarla, rovinando cosรฌ quanto siamo chiamati ad essere non per noi stessi, ma per dono, al servizio del โPastore delle nostre animeโ (1 Pt 2,25).
Lโessenza della nostra identitร va cercata nellโassiduo pregare, nel predicare (cfr At 6,4) e nel pascere (cfr Gv 21,15-17; At 20,28-31).
Non una preghiera qualsiasi, ma lโunione famigliare con Cristo, dove incrociare quotidianamente il suo sguardo per sentire rivolta a noi la sua domanda: ยซChi รจ mia madre e chi sono i miei fratelli?ยป (Mc 3,32). E potergli serenamente rispondere: โSignore, ecco tua madre, ecco i tuoi fratelli! Te li consegno, sono quelli che Tu mi hai affidatoโ. Di una tale confidenza con Cristo si nutre la vita del Pastore.
Non una predicazione di complesse dottrine, ma lโannuncio gioioso di Cristo, morto e risorto per noi. Lo stile della nostra missione susciti in quanti ci ascoltano lโesperienza del โper noiโ di questโannuncio: la Parola doni senso e pienezza ad ogni frammento della loro vita, i Sacramenti li nutrano di quel cibo che non possono procurarsi, la vicinanza del Pastore risvegli in loro la nostalgia dellโabbraccio del Padre. Vegliate perchรฉ il gregge incontri sempre nel cuore del Pastore quella riserva di eternitร che con affanno si cerca invano nelle cose del mondo. Trovino sempre sulle vostre labbra lโapprezzamento per la capacitร di fare e costruire nella libertร e nella giustizia la prosperitร di cui รจ prodiga questa terra. Non manchi perรฒ il sereno coraggio di confessare che bisogna procurarsi ยซnon il cibo che perisce ma quello che dura per la vita eternaโ (Gv 6,27).
Non pascere sรฉ stessi ma saper arretrare, abbassarsi, decentrarsi, per nutrire di Cristo la famiglia di Dio. Vegliare senza sosta, ergendosi alti per raggiungere con lo sguardo di Dio il gregge che solo a Lui appartiene. Elevarsi allโaltezza della Croce del suo Figlio, il solo punto di vista che apre al Pastore il cuore del suo gregge.
Non guardare verso il basso nella propria autoreferenzialitร , ma sempre verso gli orizzonti di Dio, che oltrepassano quanto noi siamo capaci di prevedere o pianificare. Vegliare pure su noi stessi, per sfuggire alla tentazione del narcisismo, che acceca gli occhi del Pastore, rende la sua voce irriconoscibile e il suo gesto sterile. Nelle molteplici strade che si aprono alla vostra sollecitudine pastorale, ricordate di conservare indelebile il nucleo che unifica tutte le cose: ยซlo avete fatto a meยป (Mt 25,31-45).
Senzโaltro รจ utile al Vescovo possedere la lungimiranza del leader e la scaltrezza dellโamministratore, ma decadiamo inesorabilmente quando scambiamo la potenza della forza con la forza dellโimpotenza, attraverso la quale Dio ci ha redenti. Al Vescovo รจ necessaria la lucida percezione della battaglia tra la luce e le tenebre che si combatte in questo mondo. Guai a noi, perรฒ, se facciamo della Croce un vessillo di lotte mondane, dimenticando che la condizione della vittoria duratura รจ lasciarsi trafiggere e svuotare di sรฉ stessi (Fil 2,1-11).
Non ci รจ estranea lโangoscia dei primi Undici, chiusi tra i loro muri, assediati e sgomenti, abitati dallo spavento delle pecore disperse perchรฉ il Pastore era stato colpito. Ma sappiamo che ci รจ stato donato uno spirito di coraggio e non di timidezza. Pertanto non ci รจ lecito lasciarci paralizzare dalla paura.
So bene che numerose sono le vostre sfide, e che spesso รจ ostile il campo nel quale seminate, e non poche sono le tentazioni di chiudersi nel recinto delle paure, a leccarsi le ferite, rimpiangendo un tempo che non torna e preparando risposte dure alle giร aspre resistenze.
E, tuttavia, siamo fautori della cultura dellโincontro. Siamo sacramenti viventi dellโabbraccio tra la ricchezza divina e la nostra povertร . Siamo testimoni dellโabbassamento e della condiscendenza di Dio che precede nellโamore anche la nostra primigenia risposta.
Il dialogo รจ il nostro metodo, non per astuta strategia, ma per fedeltร a Colui che non si stanca mai di passare e ripassare nelle piazze degli uomini fino allโundicesima ora per proporre il suo invito dโamore (Mt 20,1-16).
La via รจ pertanto il dialogo: dialogo tra voi, dialogo nei vostri Presbiteri, dialogo con i laici, dialogo con le famiglie, dialogo con la societร . Non mi stancherei di incoraggiarvi a dialogare senza paura. Tanto piรน รจ ricco il patrimonio, che con parresia avete da condividere, tanto piรน sia eloquente lโumiltร con la quale lo dovete offrire. Non abbiate paura di compiere lโesodo necessario ad ogni autentico dialogo. Altrimenti non รจ possibile comprendere le ragioni dellโaltro nรฉ capire fino in fondo che il fratello da raggiungere e riscattare, con la forza e la prossimitร dellโamore, conta piรน di quanto contano le posizioni che giudichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze. Il linguaggio aspro e bellicoso della divisione non si addice alle labbra del Pastore, non ha diritto di cittadinanza nel suo cuore e, benchรฉ sembri per un momento assicurare unโapparente egemonia, solo il fascino durevole della bontร e dellโamore resta veramente convincente.
Bisogna lasciare che perennemente risuoni nel nostro cuore la parola del Signore: ยซPrendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre animeยป (Mt 11,28-30). Il giogo di Gesรน รจ giogo dโamore e perciรฒ รจ garanzia di ristoro. Alle volte ci pesa la solitudine delle nostre fatiche, e siamo talmente carichi del giogo che non ricordiamo piรน di averlo ricevuto dal Signore. Ci sembra solo nostro e quindi ci trasciniamo come buoi stanchi nel campo arido, minacciati dalla sensazione di aver lavorato invano, dimentichi della pienezza del ristoro collegata indissolubilmente a Colui che ci ha fatto la promessa.
Imparare da Gesรน; meglio ancora, imparare Gesรน, mite e umile; entrare nella sua mitezza e nella sua umiltร mediante la contemplazione del suo agire. Introdurre le nostre Chiese e il nostro popolo, non di rado schiacciato dalla dura ansia di prestazione, alla soavitร del giogo del Signore. Ricordare che lโidentitร della Chiesa di Gesรน รจ assicurata non dal โfuoco dal cielo che consumaโ (Lc 9,54), ma dal segreto calore dello Spirito che โsana ciรฒ che sanguina, piega ciรฒ che รจ rigido, drizza ciรฒ che รจ sviatoโ.
La grande missione che il Signore ci affida, noi la svolgiamo in comunione, in modo collegiale. ร giร tanto dilaniato e diviso il mondo! La frammentazione รจ ormai di casa ovunque. Perciรฒ, la Chiesa, โtunica inconsutile del Signoreโ non puรฒ lasciarsi dividere, frazionare o contendere.
La nostra missione episcopale รจ primariamente cementare lโunitร , il cui contenuto รจ determinato dalla Parola di Dio e dallโunico Pane del Cielo, con cui ognuna delle Chiese a noi affidate resta Cattolica, perchรฉ aperta e in comunione con tutte le Chiese Particolari e con quella di Roma che โpresiede nella caritร โ. ร un imperativo, pertanto, vegliare per tale unitร , custodirla, favorirla, testimoniarla come segno e strumento che, di lร di ogni barriera, unisce nazioni, razze, classi, generazioni.
Lโimminente Anno Santo della Misericordia, introducendoci nella profonditร inesauribile del cuore divino, nel quale non abita alcuna divisione, sia per tutti occasione privilegiata per rafforzare la comunione, perfezionare lโunitร , riconciliare le differenze, perdonarsi a vicenda e superare ogni divisione, cosรฌ che risplenda la vostra luce come โla cittร costruita sul monteโ (Mt 5,14).
Tale servizio allโunitร รจ particolarmente importante per la vostra amata Nazione, le cui vastissime risorse materiali e spirituali, culturali e politiche, storiche e umane, scientifiche e tecnologiche impongono responsabilitร morali non indifferenti in un mondo frastornato e faticosamente alla ricerca di nuovi equilibri di pace, prosperitร ed integrazione. ร, pertanto, parte essenziale della vostra missione offrire agli Stati Uniti dโAmerica lโumile e potente lievito della comunione. Sappia lโumanitร che lโessere abitata dal โsacramento di unitร โ (Lumen gentium, 1) รจ garanzia che il suo destino non รจ lโabbandono e la disgregazione.
E tale testimonianza รจ un faro che non puรฒ spegnersi. Infatti, nel denso buio della vita, gli uomini hanno bisogno di lasciarsi guidare dalla sua luce, per essere certi del porto che li aspetta, sicuri che le loro barche non si schianteranno sugli scogli nรฉ saranno in balia delle onde. Perciรฒ, Fratelli, vi incoraggio ad affrontare le sfide del nostro tempo. Nel fondo di ciascuna di esse sta sempre la vita come dono e responsabilitร . Il futuro della libertร e della dignitร delle nostre societร dipende dal modo in cui sapremo rispondere a tali sfide.
Le vittime innocenti dellโaborto, i bambini che muoiono di fame o sotto le bombe, gli immigrati che annegano alla ricerca di un domani, gli anziani o i malati dei quali si vorrebbe far a meno, le vittime del terrorismo, delle guerre, della violenza e del narcotraffico, lโambiente devastato da una predatoria relazione dellโuomo con la natura, in tutto ciรฒ รจ sempre in gioco il dono di Dio, del quale siamo amministratori nobili, ma non padroni. Non รจ lecito pertanto evadere da tali questioni o metterle a tacere. Di non minore importanza รจ lโannuncio del Vangelo della famiglia che, nellโimminente Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia, avrรฒ modo di proclamare con forza insieme a voi e a tutta la Chiesa.
Questi aspetti irrinunciabili della missione della Chiesa appartengono al nucleo di quanto ci รจ stato trasmesso dal Signore. Abbiamo perciรฒ il dovere di custodirli e comunicarli, anche quando la mentalitร del tempo si rende impermeabile e ostile a tale messaggio (cfr Evangelii gaudium, 34-39). Vi incoraggio ad offrire, con gli strumenti e la creativitร dellโamore e con lโumiltร della veritร , tale testimonianza. Essa ha bisogno non soltanto di proclami e annunci esterni, ma anche di conquistare spazio nel cuore degli uomini e nella coscienza della societร .
A questo fine, รจ molto importante che la Chiesa negli Stati Uniti sia anche un focolare umile che attira gli uomini mediante il fascino della luce e il calore dellโamore. Come Pastori ben conosciamo il buio e il freddo che ancora cโรจ in questo mondo, la solitudine e lโabbandono di tanti โ anche dove abbondano le risorse comunicative e le ricchezze materiali โ, conosciamo anche la paura di fronte alla vita, le disperazioni e le molteplici fughe.
Perciรฒ, solo una Chiesa che sa radunare attorno al โfuocoโ resta capace di attirare. Non certo un fuoco qualsiasi, ma quello che si รจ acceso al mattino di Pasqua. ร il Signore risorto che continua a interpellare i Pastori della Chiesa attraverso la voce timida di tanti fratelli: โAvete qualcosa da mangiareโ? Si tratta di riconoscere la sua voce, come fecero gli Apostoli sulla riva del mare di Tiberiade (cfr Gv 21,4-12). Ed รจ ancora piรน decisivo consegnarsi alla certezza che le braci della sua presenza, accese al fuoco della passione, ci precedono e non si spengono mai. Venendo meno tale certezza, si rischia di diventare cultori di cenere e non custodi e dispensatori della vera luce e di quel calore che รจ capace di riscaldare il cuore (cfr Lc 24, 32).
Prima di concludere consentitemi ancora di farvi due raccomandazioni che mi stanno a cuore. La prima si riferisce alla vostra paternitร episcopale. Siate Pastori vicini alla gente, Pastori prossimi e servitori. Questa vicinanza si esprima in modo speciale verso i vostri sacerdoti. Accompagnateli affinchรฉ continuino a servire Cristo con cuore indiviso, perchรฉ solo la pienezza riempie i ministri di Cristo. Vi prego, pertanto, non lasciate che si accontentino delle mezze misure. Curate le loro sorgenti spirituali affinchรฉ non cadano nella tentazione di diventare notai e burocrati, ma siano espressione della maternitร della Chiesa che genera e fa crescere i suoi figli. Vegliate affinchรฉ non si stanchino di alzarsi per rispondere a chi bussa nella notte, anche quando giร si pensa di aver diritto al riposo (cfr Lc 11,5-8). Allenateli affinchรฉ siano pronti a fermarsi, chinarsi, versare balsamo, farsi carico e spendersi in favore di chi, โper casoโ, si รจ trovato spogliato di quanto credeva di possedere (cfr Lc 10,29-37).
La mia seconda raccomandazione si riferisce agli immigrati. Chiedo scusa se in qualche modo parlo quasi โin causa propriaโ. La Chiesa statunitense conosce come poche le speranze dei cuori dei migranti. Da sempre avete imparato la loro lingua, sostenuto la loro causa, integrato i loro contributi, difeso i loro diritti, promosso la loro ricerca di prosperitร , conservato accesa la fiamma della loro fede. Anche adesso nessuna istituzione americana fa di piรน per gli immigrati che le vostre comunitร cristiane. Ora avete questa lunga ondata dโimmigrazione latina che investe tante delle vostre diocesi. Non soltanto come Vescovo di Roma, ma anche come Pastore venuto dal sud, sento il bisogno di ringraziarvi e di incoraggiarvi. Forse non sarร facile per voi leggere la loro anima; forse sarete messi alla prova dalle loro diversitร . Sappiate, comunque, che possiedono anche risorse da condividere. Perciรฒ accoglieteli senza paura. Offrite loro il calore dellโamore di Cristo e decifrerete il mistero del loro cuore. Sono certo che, ancora una volta, questa gente arricchirร lโAmerica e la sua Chiesa.
Dio vi benedica e la Madonna vi custodisca! Grazie!
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* Quando ero giovane, / avevo ali forti e instancabili, / ma non conoscevo le montagne. / Quando fui vecchio, / conobbi le montagne, / ma le ali stanche non tennero piรน dietro alla visione. / Il genio รจ saggezza e gioventรน (Edgard Lee Masters, Antologia di Spoon River).
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