Questo pomeriggio, V Domenica di Quaresima, il Santo Padre Francesco si è recato in visita pastorale alla Parrocchia romana di San Giulio a Monteverde, nel settore Ovest della Diocesi di Roma, a conclusione dei lavori di consolidamento, dopo che la comunità parrocchiale ha trascorso tre anni in una tensostruttura a causa del cedimento di un solaio.
Prima di arrivare alla Parrocchia di San Giulio, il Papa ha salutato alcuni ospiti della vicina Casa di Cura “Città di Roma” che si erano radunati in attesa del passaggio dell’auto con il Papa.
Al suo arrivo nella Parrocchia romana, il Santo Padre è stato accolto dal Cardinale Vicario Angelo De Donatis; dal Vescovo Ausiliare del settore Ovest, S.E. Mons. Paolo Selvadagi; dal parroco, padre Dario Frattini; e da padre Rinaldo Guarisco, Superiore Generale dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione, ai quali è affidata la cura della parrocchia.
Prima della Santa Messa, Papa Francesco ha incontrato gli ammalati e gli anziani in una sala al piano terra e, dopo essere salito al piano superiore, nella canonica, ha salutato quanti hanno contribuito alla realizzazione del presepe vivente, allestito dai fedeli di San Giulio a Porta Asinaria con lo scopo di raccogliere fondi per i lavori. Successivamente il Santo Padre ha incontrato i novelli sposi e quanti stanno frequentando i corsi di preparazione al matrimonio; quindi ha salutato i volontari e gli assistiti dalla Caritas: tra questi, anche alcuni senza fissa dimora accolti dalla parrocchia durante l’emergenza freddo. Subito dopo, nell’oratorio, il Papa ha incontrato i membri dell’Ufficio edilizia di culto del Vicariato di Roma con l’impresa che ha portato avanti i lavori di ricostruzione e consolidamento e tutte le maestranze. Il Santo Padre poi si è recato nella tensostruttura che ha accolto i fedeli durante i lavori, dove Lo attendevano i bambini e i ragazzi che si stanno preparando alla Comunione e alla Cresima, insieme ai familiari dei bambini che hanno ricevuto o che stanno per ricevere il Battesimo. Quindi, il Papa ha risposto a braccio ad alcune domande che Gli hanno rivolto i ragazzi. Infine ha salutato i sacerdoti della comunità e ha amministrato il Sacramento della Riconciliazione a tre giovani ed una mamma.
Alle 17.40, il Santo Padre ha presieduto la celebrazione della Santa Messa nella rinnovata chiesa parrocchiale, con il rito di dedicazione dell’altare. Prima della Benedizione finale, il parroco, Padre Dario Frattini, ha rivolto al Santo Padre alcune parole di ringraziamento per la sua visita. Quindi il Santo Padre ha fatto rientro in Vaticano.
Incontro coi ragazzi
RAGAZZA:
Benvenuto, Santità, speriamo che il nostro saluto, la gioia e l’emozione che proviamo nel vederLa giungano fino a Lei…
RAGAZZO:
Sono presenti i bambini e i ragazzi che si preparano alla Comunione e alla Cresima, fino ad arrivare agli adolescenti, ai giovani e ai loro catechisti accompagnatori. Da quando abbiamo saputo dal nostro parroco padre Dario che Lei avrebbe presieduto il rito della Dedicazione della Chiesa di San Giulio ci siamo preparati per accoglierLa al meglio e, come può ben immaginare, molti tra noi avrebbero voluto porgerLe delle domande.
RAGAZZA:
A nome di tutti lo faranno Eleonora e Carlotta.
ELEONORA:
Avete mai dato da mangiare ai poveri in persona?
PAPA FRANCESCO:
Sì, l’ho fatto, parecchie volte, è una cosa che tutti i cristiani devono fare, dare da mangiare ai poveri in persona. Tutti noi in un momento della vita siamo stati come dei poveri, non sapevamo mangiare, è stata la mamma ad allattarci, a farci crescere, a darci da mangiare… Anche noi. Altri non hanno da mangiare anche da grandi, bambini come te, per esempio non hanno da mangiare perché il papà non ha il lavoro, e allora si fa la fame in quella casa. Tutti noi dovremmo fare sempre questo gesto di dare da mangiare agli altri come Dio ci dà da mangiare a noi. Grazie.
DOMANDA:
Santo Padre, buonasera. Sono Carlotta, ho 20 anni e sono una degli animatori degli adolescenti. In questi mesi abbiamo riflettuto con i ragazzi sul rapporto con Dio e lungo il percorso sono sorti dei dubbi. Come Gesù disse: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, anche noi, quando la vita ci mette alla prova, ci poniamo la stessa domanda. Come possiamo affidarci senza riserve a Lui? Anche Lei ha dubitato durante il suo percorso? Se così fosse, come ha ritrovato la fede?
PAPA FRANCESCO:
Grazie. Tutti, tutti gli uomini, tutte le donne, tutti i bambini in un certo momento hanno dei dubbi, fa parte della vita dubitare. E dubitare è anche un po’ mettere alla prova Dio: se è vero che Lui è fedele, se è vero che Lui ci ascolta… I nostri dubbi vengono, per esempio, quando c’è una malattia in famiglia, o quando viene a mancare il papà, la mamma, il nonno, la nonna, il fratello… “Signore, perché?”. Vengono i dubbi, sempre. In quel momento dobbiamo scommettere su una cosa: sulla fedeltà di Gesù. Gesù è fedele, è l’unico totalmente fedele. Noi siamo fedeli agli amici, ma a volte non siamo fedeli fra noi. Gesù invece sempre. È una fedeltà che non delude mai, prima o dopo il Signore si fa sentire. Non avere paura dei dubbi, non avere paura di dubitare. Dubito, ma questo dubbio posso condividerlo con gli altri, discutere e così crescere. Non avere paura. Tu, come responsabile dei cresimandi, insegna loro a dubitare bene, perché se non imparano a dubitare faranno della Cresima quello dicono alcuni romani: il “sacramento dell’addio”. Dopo la Cresima, tanti auguri e non ci vediamo più… E se ne vanno, perché non sanno come gestire i dubbi. Invece se tu, come responsabile, insegni loro a dubitare bene e a cercare risposte forti, vere ai dubbi, tu li prepari perché la Cresima non sia il sacramento dell’addio, ma il Sacramento della forza, che ci dà lo Spirito Santo. Non so se ho risposto…, o vuoi che dica qualcosa di più…
CARLOTTA:
Con i ragazzi ci siamo chiesti se anche Lei, che è il più grande rappresentante della fede, se nella sua vita Le è mai successo di avere dei forti dubbi che l’hanno messa veramente alla prova e come è riuscito a uscirne.
PAPA FRANCESCO:
Ho avuto tanti dubbi, tanti, tanti. Davanti alle calamità, ma anche alle cose che mi erano successe, nella mia vita. Come sono riuscito a uscire… Credo che non sono uscito da solo, non si può mai uscire da soli dal dubbio. Ci vuole la compagnia di qualcuno che ti aiuti ad andare avanti, per questo è importante essere sempre in gruppo, insieme, con gli amici… Da solo tu non puoi mai. Ci aiuta anche parlare dei dubbi con i genitori o con gli amici o con un catechista… ma sempre parlare con un altro. E poi parlare dei dubbi con Gesù. Alcune volte ho sentito qualcuno che diceva: “Io con Gesù non ci parlo, perché Lui mi ha rovinato la vita. Io sono arrabbiato con Gesù…”. Ma anche arrabbiarsi con Gesù può essere un modo di pregare; è dire a Gesù: “Guarda questa cosa, mi fa arrabbiare…”. A Gesù piace vedere la verità del nostro cuore. Non fare finta davanti a Gesù. Davanti a Gesù bisogna sempre dire le cose come tu le senti. “Io ho questo dubbio, non ci credo… Io ho questo, quest’altro…”. Parlare così, questa è una bella preghiera, e Lui è tanto paziente, ci aspetta.
Alcuni giorni fa ho ricevuto una lettera di un ragazzo, avrà circa 30 anni, e mi diceva che dopo un’esperienza di fidanzamento fallito era pieno di angoscia. Mi diceva così: “Io sono rotto”. Tante volte noi ci sentiamo così, fatti a pezzi dentro, tutti distrutti, con il gran dubbio totale: cosa posso fare? Guarda Gesù, lamentati con Lui, e cerca un amico, un’amica che ti aiuti a sollevarti. Sempre, anche quando siamo caduti – e nella vita tutti abbiamo delle cadute, tutti ne abbiamo – dobbiamo aiutare a sollevarsi chi è caduto. E pensate che l’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarlo a sollevarsi, altrimenti non si può guardare con superiorità. Insegna anche questo! Grazie.
RAGAZZO:
Santità, ora Greta e Maria Chiara Le vorrebbero consegnare dei disegni fatti dai bambini della Scuola Elementare di Piazza Forlanini, che sposano un progetto caritativo denominato “Eccediamo”, che consiste nel donare le merendine avanzate alle persone più bisognose.
CONSEGNA DEI DONI
RECITA DELL’AVE MARIA E BENEDIZIONE
PAPA FRANCESCO:
E pregate per me! Ma io ho visto qualcosa di strano lì… Lo sapete fare bene il segno della croce? Fammi vedere… “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, e qualcuno fa così [imita il segno delle croce fatto male]. Facciamolo insieme bene! “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. E così dovete farlo. Ciao, grazie!
Incontro con malati e anziani
SIGNORA:
Vogliamo ringraziarLa per questa Sua visita, un privilegio, e accogliamo con tanta riconoscenza come un dono del Signore la Sua visita tra noi. La dobbiamo ringraziare perché, in tutti questi anni, Lei ci ha preso amorevolmente per mano e ci ha portato a Gesù. Ci benedica, Padre, siamo sicuri che questo incontro sarà per tutti noi ricco di frutto. Pregheremo sempre per Lei, Le assicuriamo la nostra preghiera continua perché Le vogliamo tanto bene!
SIGNORE:
Buonasera, Santità, l’ispirazione per questa poesia l’ho trovata a Piazza San Pietro quando, insieme a migliaia di fedeli, aspettavamo di conoscere Lei, il Papa nuovo. Perciò racconta quell’attimo. È scritta in romanesco, speriamo che non Le crei problemi. Fa così:
“Er fumo appare pe la quinta volta, speriamo questa sia la volta bona! Poi sento un urlo, la gente se n’è accorta: er fumo è bianco! E l’eco s’arisona. Subito in piazza nascono i commenti: ‘Presto, domanda, senti chi hanno eletto, che l’emozione me fa ballà li denti!’. ‘Ma statte calmo, non fa lo spiccialetto’. Poi, come d’incanto, migliaia de cristiani te puntano curiosi er finestrone: ecco, s’affaccia! Battiamogli le mani come mette li piedi sur balcone! Lei se presenta e dice: ‘Bonasera, scusate se vengo da lontano. Io so’ Francesco, so’ Papa da stasera’. La gente pensa: ‘Ma com’è er capitano?’. Quel ‘bonasera’ insolito, cordiale, toglie ogni dubbio alla perplessa gente. ‘Questo è un amico – pensa –, meno male, somiglia pure a Cristo enormemente: con quell’aspetto umile, assennato, che al sol vederlo, abbasta na parola, de dije na preghiera che ha pregato, e n’er silenzio l’orare mio s’invola. Che v’ho da dì? Me so’ emozionato, me rimagno er precedente scritto quando sul Papa la penna ci ho calcato! Sbaglio pur’io, ce l’avrò il diritto? Me sento de st’evento entusiasmato, per cui lo vojo dì proprio de gusto che tra li tanti l’hanno ben capato, e finalmente abbiamo er Papa giusto! Evviva er Papa!”.
PAPA FRANCESCO:
Grazie, grazie tante! Nel saluto la signora ha detto che eravate contenti perché oggi è venuto Pietro. E’ vero il Papa è il successore di Pietro, ma questa mattina, uno mi ha fatto – un ragazzo trentenne più o meno – mi ha detto: “Ma è vero quello che ci diceva la nonna, che il Papa come successore di Pietro ha il numero di telefono di Pietro e lo chiama?”. E’ la prima volta che l’ho sentito! È divertente! No, non ho il telefonino di Pietro, ma cerco di fare quello che Gesù ha chiesto a Pietro, di “confermare”: confermare i fratelli nella fede, nella speranza, nella carità. E dirvi che, sì, c’è la vecchiaia, ci sono le malattie, ci sono tanti problemi, ma c’è Gesù. E Gesù non delude mai, mai! “Ma, Signore, io sto soffrendo…”. E Gesù cosa dice: “Anch’io so cos’è la sofferenza”. Tutte le lamentele che noi possiamo fare a Gesù, Lui le trasforma in preghiera e le presenta al Padre, perché Lui è passato per tutte queste cose prima di noi. Non dimenticare Gesù. Sì, evviva il Papa, evviva Pietro, ma Gesù, Gesù! Le altre cose senza Gesù non servono, non vanno avanti. E come trovare Gesù? Lui ci ascolta, Lui ci vede, Lui ci ama. Parlare semplicemente con le nostre parole, e anche lamentarsi: “Eh sì, ma Signore, è troppo, è troppo, è troppo…”. Sì, dillo, Lui capisce. Ma non dimenticatevi: Gesù, Gesù, Gesù. Io non ho il telefonino di Pietro, ma tutti noi abbiamo il “telefonino” di Gesù, e tutti possiamo “connetterci” con Gesù, e lì “c’è sempre campo”, sempre, sempre! Ci ascolta sempre, perché Lui è così, vicino a noi.
Grazie, grazie della vostra accoglienza e delle vostre preghiere. E pregate per me, non dimenticatevi. Adesso io pregherò per voi.
Adesso preghiamo la Madonna insieme.
BENEDIZIONE
Grazie dell’accoglienza.