PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 24 settembre 2023
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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo della Liturgia odierna ci presenta una parabola sorprendente: il padrone di una vigna esce dalle prime ore dell’alba fino a sera per chiamare alcuni operai ma, alla fine, paga tutti allo stesso modo, anche quelli che hanno lavorato soltanto un’ora (cfr Mt 20,1-16). Sembrerebbe un’ingiustizia, ma la parabola non va letta attraverso criteri salariali; piuttosto, ci vuole mostrare i criteri di Dio, che non fa il calcolo dei nostri meriti, ma ci ama come figli.
Soffermiamoci su due azioni divine che emergono dal racconto. In primo luogo Dio esce a tutte le ore per chiamarci; secondo ripaga tutti con la stessa “moneta”.
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Anzitutto, Dio è Colui che esce a tutte le ore per chiamarci. La parabola dice che il padrone «uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna» (v. 1), ma poi continua a uscire a varie ore della giornata fino al tramonto, per cercare quelli che nessuno aveva ancora preso a lavorare. Comprendiamo così che nella parabola i lavoratori non sono soltanto gli uomini, ma soprattutto Dio, che esce sempre, senza stancarsi, tutto il giorno. Così è Dio: non aspetta i nostri sforzi per venirci incontro, non ci fa un esame per valutare i nostri meriti prima di cercarci, non si arrende se tardiamo a rispondergli; al contrario, Lui stesso ha preso l’iniziativa e in Gesù è “uscito” verso di noi, per manifestarci il suo amore. E ci cerca a tutte le ore del giorno che, come afferma San Gregorio Magno, rappresentano le diverse fasi e stagioni della nostra vita fino alla vecchiaia (cfr Omelie sul Vangelo, 19). Per il suo cuore non è mai troppo tardi, Egli ci cerca e ci aspetta sempre. Non dimentichiamo questo: il Signore ci cerca e ci aspetta sempre, sempre!
Proprio perché è così largo di cuore, Dio – è la seconda azione – ripaga tutti con la stessa “moneta”, che è il suo amore. Ecco il senso ultimo della parabola: gli operai dell’ultima ora vengono pagati come i primi perché, in realtà, quella di Dio è una giustizia superiore. Va oltre. La giustizia umana dice di “dare a ciascuno il suo, secondo quanto merita”, mentre la giustizia di Dio non misura l’amore sulla bilancia dei nostri rendimenti, delle nostre prestazioni o dei nostri fallimenti: Dio ci ama e basta, ci ama perché siamo figli, e lo fa con un amore incondizionato un amore gratuito.
Fratelli e sorelle, a volte rischiamo di avere una relazione “mercantile” con Dio, puntando più sulla nostra bravura che sulla sua generosità e la sua grazia. A volte anche come Chiesa, invece che uscire a ogni ora del giorno e allargare le braccia a tutti, possiamo sentirci i primi della classe, giudicando gli altri lontani, senza pensare che Dio ama anche loro con lo stesso amore che ha per noi. E anche nelle nostre relazioni, che sono il tessuto della società, la giustizia che pratichiamo a volte non riesce a uscire dalla gabbia del calcolo e ci limitiamo a dare secondo quanto riceviamo, senza osare qualcosa in più, senza scommettere sull’efficacia del bene fatto gratuitamente e dell’amore offerto con larghezza di cuore. Fratelli, sorelle, chiediamoci: io cristiano, io cristiana, so uscire verso gli altri? Sono generoso, sono generosa verso tutti, so dare quel “di più” di comprensione, di perdono, come Gesù ha fatto con me e fa tutti i giorni con me?
La Madonna ci aiuti a convertirci alla misura di Dio, quella di un amore senza misura.
Dopo l’Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema «Liberi di scegliere se migrare o restare», per ricordare che migrare dovrebbe essere una scelta libera e, mai l’unica possibile. Il diritto di migrare, infatti, oggi per molti è diventato un obbligo, mentre dovrebbe esistere il diritto a non emigrare per rimanere nella propria terra. È necessario che ad ogni uomo e ogni donna venga garantita la possibilità di vivere una vita degna, nella società in cui si trova. Purtroppo, miseria, guerre e crisi climatica costringono tante persone a fuggire. Perciò siamo tutti chiamati a creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte.
Questa sfida è stata al centro dei Rencontres Méditerranéennes, svoltisi nei giorni scorsi a Marsiglia e alla cui sessione conclusiva ho partecipato ieri, recandomi in quella città, crocevia di popoli e culture.
Ringrazio in modo speciale i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che fanno di tutto per aiutare i nostri fratelli e sorelle migranti. Abbiamo sentito, poco fa, mons. Baturi in televisione, nel programma “A Sua Immagine” che spiegava questo.
Saluto tutti voi, romani e, pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare il Seminario diocesano internazionale Redemptoris Mater di Colonia, in Germania. Come pure saluto il gruppo di persone affette dalla malattia rara detta “atassia”, con i loro familiari.
Rinnovo l’invito a partecipare alla Veglia ecumenica di preghiera, intitolata “Together – Insieme”, che avrà luogo sabato prossimo 30 settembre in Piazza San Pietro, in preparazione all’Assemblea sinodale che inizierà il 4 ottobre.
Ricordiamo la martoriata Ucraina e preghiamo per questo popolo che soffre tanto.
A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
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