Paolo de Martino – Commento al Vangelo di domenica 3 Ottobre 2021

1457

La Liturgia di questa Domenica ci propone un vangelo impopolare, ma lo scopo dei farisei è proprio di rendere impopolare il messaggio di Gesù. Troppe persone sono affascinate da questo Maestro. C’è bisogno di metterlo in difficoltà e allora gli sferrano una domanda a trabocchetto, una domanda sul divorzio.

Ai farisei, non interessa la questione del matrimonio, interessa vedere se Gesù sta con i lassisti oppure con i bacchettoni.
La risposta la conoscevano tutti: in Israele era ovvio che un uomo potesse ripudiare la propria moglie. Su questo non c’era discussione. Al limite si discuteva sul motivo per cui poteva mandarla via: era necessaria l’infedeltà? Nei fatti, una moglie, poteva essere cacciata per qualsiasi motivo: perché usciva con i capelli sciolti; perché scambiava qualche parola con un estraneo; perché bruciava il pasto, ecc. Insomma, se un maschio voleva, aveva mille scuse per divorziare dalla moglie. I farisei si chiedono se sia giusto agire secondo la legge oppure no. Se il diritto lo permette allora è giusto.

Gesù va oltre il lecito e illecito. La vita non si riduce a obbedienza a norme, a esecuzione di ordini. Dio non può essere ridotto a norma. Porta a respirare l’aria degli inizi.
Gesù ricorda ai farisei all’intenzione originaria. Certo, Mosè ha permesso questo ma l’ha fatto per limitare i danni.
Nel piano di Dio, invece, maschio e femmina sono alla pari. Dio ha creato l’uomo secondo il modo maschile e femminile e lo scopo del loro incontro è che lascino le rispettive famiglie (cioè il loro passato), per diventare una nuova famiglia.
Al centro del Vangelo c’è l’amore, non il divorzio. L’amore fedele è all’origine del sogno di Dio sull’uomo e sulla donna.
Gesù si scaglia contro il potere maschile di divorziare, ritenuto ovvio. Gesù sta facendo, per quel tempo, un atto davvero rivoluzionario. Pone la donna sullo stesso piano del maschio: cosa incredibile per quel tempo!

Che bello vedere che l’indissolubilità del matrimonio non è un cappio, ma il cuore del matrimonio. Dio consegna alla coppia il compito di rendere visibile nel mondo il Suo amore fedele e fecondo. Il matrimonio cristiano è il luogo storico dove s’incarna l’amore di Dio.
Un matrimonio che non si sfalda non è una legge da osservare, è «vangelo», è la bella notizia che l’amore è possibile, può andare oltre, che il cuore è capace di un sogno che è secondo il cuore di Dio.
Per Gesù non tutto ciò che è scritto nella Legge riflette la volontà di Dio; per questo non ha valore permanente. Gesù non si rifà al Dio legislatore, ma al Dio della creazione.

Gesù rimanda a Gn 1,27 dove si dice che Dio creò l’Adam (cioè l’umanità) a sua immagine, maschio e femmina li creò. Interessante notare il passaggio dal singolare al plurale: l’uomo (ish) e la donna (ishà), insieme, sono immagine di Dio. Se dai due vocaboli prendiamo la differenza (j e h) abbiamo l’inizio del tetragramma divino (jhwh). Che bello: Dio si rende presente nell’unione della differenza. Ecco il fondamento e la radice dell’uguaglianza tra l’uomo e la donna. La donna è l’altro lato (il termine, tradotto con “costola”, da cui la donna è tratta dall’uomo, indica in realtà l’altro lato o l’ombra) dell’uomo e viceversa.
Dio è relazione, è contro la solitudine. Dio è Trinità.

Insomma Gesù getta una luce sulle nostre relazioni (quella matrimoniale, ma anche quella amicale, lavorativa, ecc.). La nostra vita relazionale, è la maniera che noi abbiamo di diventare noi stessi e di essere felici ma questa relazione non è immune dalla fatica, dai fallimenti. Eppure il sogno iniziale resta intatto. Nonostante amicizie tradite, amori spezzati resta valido il motivo profondo per cui vale la pena amare e rischiare un rapporto. Le leggi umane possono ratificare la possibilità del fallimento, ma Gesù di Nazareth osa, va oltre e invita a non fermarsi al semplice fallimento. Non siamo il nostro fallimento, valiamo di più. Un bambino quando impara a camminare cade ma nessun genitore gli dirà “resta a terra, tu non sei fatto per camminare”. Un padre, una madre, con infinita tenerezza lo rimetteranno in piedi, lo incoraggeranno e gli faranno capire che lui vale più delle sue cadute. Dio ci ama così! So bene che ci sono tante cause che portano le persone a rompere un rapporto. Spesso si prende coscienza che si era solo innamorati e l’innamoramento prima o poi finisce (anche dopo molti anni). A volte si pensa che un rapporto sia giusto quando non ha problemi, ma l’amore ci rende migliori solo se ci mettiamo in un atteggiamento di crescita continua.

Capite amici? Nei sogni di Dio noi siamo stati pensati molto di più di quello che abbiamo chiesto di scrivere nelle nostre leggi. Mi piacerebbe che la si smettesse di discriminare le persone per i propri fallimenti, le proprie storie, ma allo stesso tempo la si smettesse di difendere i propri fallimenti, le proprie storie come qualcosa da ostentare. Nella vita si sbaglia, si cade, si va a sbattere ma non vuol dire che siccome c’è la possibilità di sbagliare allora non ne vale la pena. A volte si cade per egoismo, per pigrizia e contro questa dolosità Gesù si arrabbia, per il resto siamo tutti in cammino, nessuno escluso, anche quelli che si apparentemente hanno le carte a posto, perché con Cristo è una questione di cuore.

Una volta tornati a casa i discepoli chiedono di capire meglio quanto è stato detto ai farisei. Che bello questo rapporto maestro/discepoli. Nell’intimità della casa l’insegnamento di Gesù continua. Gesù precisa: poiché il matrimonio è indissolubile, chi ripudia il proprio coniuge e si unisce a un nuovo partner, è uguale a un adultero. Stando a Marco, quindi, nelle prime comunità cristiane sembra che il divorzio fosse possibile, ma dopo di esso non era consentito stringere nuovi legami matrimoniali.

Dopo il discorso sul matrimonio a Gesù portano dei bambini. Delle persone, probabilmente i genitori o i fratelli più grandi, portavano dei bambini a Gesù, perché li toccasse. I discepoli si dimostrano infastiditi da questo fatto e ne rimproverano i responsabili.
Il comportamento dei discepoli è del tutto plausibile, poiché i bambini a quell’epoca e in ambito giudaico non erano molto considerati. Solo Marco parla dell’indignazione di Gesù.

Il bambino è l’immagine della fiducia totale. Sentirsi bambini significa sentirsi tra le braccia dell’amore, protetti, amati. Lì il bambino si sente a casa, non deve dimostrare nulla perché sa che è accettato per il solo fatto di esistere. Per sviluppare la fiducia che si è amati indipendentemente da quello che facciamo però ci vuole un cammino faticoso.

La bella notizia di questa Domenica? In principio c’è il sogno di Dio. Nonostante le crisi, i fallimenti e le fatiche, il matrimonio rimane sacramento di salvezza possibile, custode del sogno di Dio.

Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK