




Questa Domenica Dio si racconta con le parole essenziali del lavoro, della vita.
La vite, descritta in una celebra pagina del profeta Ezechiele, non ha nessun pregio.
Con il suo legno non si puรฒ fare nulla, รจ utile solo per far passare la linfa ai tralci.
Eโ un legno che puรฒ solo portare frutto.
Cโรจ una novitร perรฒ rispetto allโAntico Testamento. Dio era il padrone della vigna, totalmente altro rispetto alle viti. Gesรน esordisce con la prima bella notizia: โIo sono la vite, voi siete i tralciโ. Facciamo parte della stessa pianta come la goccia fa parte dellโoceano.
E โogni tralcio che porta frutto lo pota perchรฉ porti piรน fruttoโ (letteralmente sarebbe โpurificareโ non โpotareโ altrimenti non si comprende pienamente il gioco di parole che Giovanni fa tra il verbo โpurificareโ e lโaggettivo โpuriโ). Dio non taglia, ma purifica!
Cโรจ differenza tra tagliare e potare a anche se esteriormente sembrano uguali.
Tagliare ha un valore di pulizia, per alleggerire lโalbero da un peso inutile.
Potare ha valore di feconditร , รจ per portare piรน frutto. Questo gesto che provoca una โlacrimaโ della linfa รจ necessario. Le potature sono necessarie.
Anche la nostra vita spesso subisce dei tagli (sofferenze ma anche gioie). La domanda da porci รจ: quale maledizione o benedizione portano nella nostra vita?
Alcuni tagli ci distruggono, altri tirano fuori il meglio da noi.
Il Signore ci invita a vivere le potature della vita come possibilitร di feconditร .
Gesรน sta dicendo: โIo sono il sapore della vita, il gusto della vita. Non ho bisogno di sacrifici o penitenze ma di uva buona, ho bisogno che tu fiorisca. Nesยฌsuna vite che soffre porta buon fruttoโ.
Dio vuole innanzitutto che io sia felice, sano, gioioso.
La vita devโessere bella, gustosa altrimenti รจ insopportabile. Siamo circondati da troppe facce da funerale, da venerdรฌ santo. Giovanni ci ricorda di gioire di essere al mondo e che la vita devโessere come bere un bicchiere di vino.
A volte mi domando perchรฉ le persone non si permettono di essere felici. Certo, in alcune situazioni non cโรจ niente da gioire, ma credo che spesso non รจ la felicitร che ci manca ma la capacitร di gustarla. Il vino cโรจ ma scegliamo di non berlo. Perchรฉ?
Perchรฉ, innanzitutto, bisogna essere vivi dentro per essere felici.
E poi credo che molti siano convinti che Dio sia contro il piacere.
Un tempo si stimava โmolto cristianoโ lโessere seri, tristi, addolorati. Eppure il Signore non si รจ mai distinto per la rinuncia alla vita. Anziโฆ I suoi discepoli erano gli unici che non digiunavano, che mangiavano anche di sabato! (lo accuseranno di essere โun mangione e un beoneโ).
Amici, quando siamo feliciโฆsiamo felici! Se sei feliceโฆsii felice!
Il Signore รจ per una vita che sia piacere, gusto, sapore.
Il piacere รจ il luogo dove posso sperimentare il gusto di Dio, il Suo amore.
Il problema รจ che noi confondiamo la felicitร frutto di emozioni profonde e lo stato di ebbrezza prodotto dallo stordirsi con qualche โsurrogatoโ di felicitร .
Mi colpiscono le parole dure di Gesรน: โsenza di me non potete fare nullaโ. Non dice che riusciremo a fare qualcosa, ma che non faremo proprio nulla.
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In fondo, a pensarci bene, ha ragione: possiamo correre avanti e indietro tutto il giorno, avere mille impegni, fare mille cose anche per gli altri, ma se tutto questo รจ fatto senza di Lui, รจ insignificante, sterile.
Gesรน poi sussurra ai discepoli parole dolci come il miele: โRimanete in me e io in voiโ.
Quanta tenerezza in questโespressione. โPoggiate il capo sulle mie spalle, stringete forte la mia mano per riacquistare lo stupore negli occhi!โ.
Amici, il problema รจ che la nostra vita รจ senza stupori, senza brividi.
La nostra vita spesso scorre senza piรน attendere nulla, come sabbia sulla clessidra.
In giro cโรจ un deficit di passione, di entusiasmo. Insomma, il Signore della vita ci inviata a recuperare la vita perchรฉ questa non รจ vita!
โRimanereโ รจ un verbo caro al Signore. In poche righe รจ ripetuto sei volte.
Questa Sua insistenza mi piace, perchรฉ mette in crisi la nostra presunta autonomia di cui spesso ci vantiamo e che ci porta quasi sempre a sbattere il naso con delusioni e fallimenti.
Gesรน oggi ce lo ricorda senza girarci attorno: da soli non possiamo conquistarci la felicitร della vita, non siamo noi lโorigine della nostra gioia, non bastiamo a noi stessi.
Se stiamo affogando non possiamo pretendere di salvarci tirandoci su per i capelliโฆ
Solo Lui puรฒ saziare i desideri insaziabili della nostra vita.
Lโintimitร con Lui รจ il luogo piรน vero della nostra persona.
Ci vuole coraggio per lasciarci amare, per lasciare a lui il timone della barca della nostra vita.
Richiede di fidarci, di abbandonare le nostre difese, di mettersi nudi nelle Sue mani e soprattutto di non sentirci mai arrivati, mai a posto.
La vita รจ un cammino, per cui si diventa discepoli poca alla volta, per gradi, giorno per giorno, con la voglia di portare in famiglia, al lavoro, nella scuola, la bella notizia del Vangelo.
Amici, senza di Lui siamo tralci secchi.
Abbiamo davvero bisogno di essere potati dalle sue mani esperte per andare allโessenziale.
Sono certo che scopriremo in noi una feconditร che mai avremmo immaginato.
A questo punto sorge spontanea la domanda: come avviene questo?
Eโ Gesรน stesso che chiarisce le idee: custodendo, meditando e pregando la Parola.
Per restare innestati a Lui dobbiamo accogliere la Parola, ogni giorno, ogni domenica, come si accoglie una linfa vitale.
Ancora una volta siamo invitati a leggere, studiare, meditare e pregare la Bibbia che contiene la Parola di Dio.
La bella notizia di questa Domenica? Dio crede nella sua pianta ed รจ disposto a tutto per lei. Se ci abbandoneremo alla Sua Parola, avremo unโabbondante vendemmia dello Spirito!
Fonte: il blog di Paolo de Martino