Sogna in grande
Gesรน sta viaggiando verso Gerusalemme e manda settantadue discepoli per annunciare il Regno. Dio ha un unico sogno: che lโuomo sia felice ma non vuole renderlo felice senza il suo contributo perchรฉ, come amo ripetere, Dio fa tutto, facendo fare tutto, ecco perchรฉ chiede ad altri di dargli una mano a raccontare le Sue meraviglie.
Settantadue
Le parole con le quali Gesรน invia i settantadue discepoli, probabilmente non sono state dette da Lui. Se pensiamo che nel giorno di Pentecoste, secondo gli Atti, tutta la comunitร era composta di centoventi persone, รจ improbabile che qui ne abbia inviate settantadue. Il contesto รจ quello della Chiesa primitiva anche perchรฉ il termine โSignoreโ รจ chiaramente post pasquale. E poi perchรฉ inviare settantadue discepoli prima della sua morte? Per raccontare cosa? Lo faranno, certo, ma solo dopo la Sua morte. Queste parole riflettono la situazione della Chiesa dopo la morte di Gesรน, una Chiesa che attraverso i suoi discepoli deve continuare nel mondo il suo annuncio. Sono indicazioni che esprimono uno stile, uno spirito, insomma non sono da prendere alla lettera.
Precedere
Gesรน si accorge che i dodici non bastano: ne servono altri. Il bene รจ cosรฌ sovrabbondante che servono tanti occhi per vederlo, tante mani per toccarlo, tante vite per testimoniarlo. Devono essere voce della sua Voce. I settantadue sono semplici discepoli (non sono gli apostoli) e a loro affida un preciso compito: precederlo dove sta per arrivare. La Chiesa, il discepolo, deve semplicemente preparare lโincontro delle persone con Lui. Il cristiano prepara la strada al Signore che viene (ยซli inviรฒ a due a due davanti a sรฉ in ogni cittร e luogo dove stava per recarsiยป), pronto a farsi da parte appena รจ avvenuto lโincontro. Quando un parroco va via, o una persona carismatica lascia il posto e la comunitร si sfalda, mi chiedo a chi erano stati condotti: a Cristo o alla sua persona?
I discepoli vanno ยซa due a dueยป. Questo permetteva meglio di difendersi e di aiutarsi nel momento del pericolo, inoltre dava maggiore peso alla propria testimonianza.
Gesรน manda tanti discepoli davanti a sรฉ, eppure, secondo lui, sono pochi. La messe รจ molta ma gli operai sono pochi, perchรฉ Dio va raccontato a tutti gli uomini (il numero settantadue richiama, le nazioni della terra perchรฉ in Genesi 10 sono settantadue, nella Bibbia in greco, i discendenti di Noรจ, cioรจ coloro che ripopolarono la terra dopo il diluvio universale).
Eโ stato sempre cosรฌ, amico lettore. Nella storia della Chiesa, ci puรฒ essere stata una parvenza di abbondanza, ma non รจ detto che la mietitura sia stata abbondante (anzi!), nรฉ che gli inviati siano stati capaci di mietere. Sicuro che le cose andavano meglio quando cโerano tanti preti? Attento a pregare genericamente per le vocazioni: abbiamo bisogno di catechisti, laici, diaconi, preti e vescovi santi. Nella Chiesa cโรจ bisogno di tutti, riservare le parole dellโepisodio solo alle vocazioni religiose non ha alcun senso, lโinvito รจ rivolto a tutti. Gesรน non chiama solo preti e suore, semplicemente perchรฉ tutti siamo chiamati ad annunciare la bella notizia.
Tutti
Siamo onesti, una lunga e dannosa tradizione, ha affidato il compito di annunciare il vangelo sostanzialmente ai consacrati. I fedeli, per secoli, sono stati relegati a semplici ascoltatori, (qualcuno dice ancora: โVado a sentire la Messaโ) tanto che, ancora oggi cโรจ ancora molta diffidenza verso i laici (alcune volte persino verso i diaconi che sono โcleroโ) che annunciano il vangelo. Perรฒ bisogna ammettere che si puรฒ andare solo se si ha fede e conoscenza, altrimenti cosa annunciamo? San Girolamo ci ricorda che ยซlโignoranza delle scritture รจ ignoranza di Cristoยป.
Il Concilio Vaticano II ha invitato tutta la Chiesa a cambiare passo. Lโevangelizzazione, attraverso la conoscenza della Bibbia, รจ diventata unโurgenza di tutti. Dopo secoli ci siamo resi conto che, senza la conoscenza della Parola, i Sacramenti perdono di senso e si riducono a cerimonie, obblighi da soddisfare, come le โprime comunioniโ o le Cresime che, anzichรฉ indicare un โandareโ si sono trasformate in un โfuggi fuggiโ generale. Il bene cโรจ in abbondanza (ยซla messe รจ moltaยป), a mancare sono uomini innamorati di Dio che su un mondo disperato aprano squarci di speranza.
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Stile
Gesรน non si attarda sul โcosaโ predicare, nessuna raccomandazione di tipo dottrinale. I dettagli sono tutti sul โcomeโ devono mostrarsi i discepoli. Gesรน non fornisce indicazioni perchรฉ le riproduciamo tali e quali, tanto รจ vero che nei vangeli queste direttive mutano secondo la cultura del luogo in cui i discepoli sono inviati. Che stile allora dovrebbe avere la Chiesa? La gratuitร รจ il segno distintivo. Significa donare senza attendere nulla in cambio, servire senza attendersi risultati. Lโamore cristiano รจ โin-utileโ, cioรจ senza utile, senza alcuno scopo. Uno stile che non fa perno sui mezzi che possiede, ma li riduce al minimo, affinchรฉ non oscurino la forza della Parola. Una missione che va allโessenziale, usando gli strumenti per quello che sono. La forza della Chiesa non sta nellโorganizzazione, ma nella passione per il Regno che riempie la vita. Uno stile che non confida nella propria parola, che magari attrae, meraviglia, ma non converte il cuore di nessuno, che accetta il fallimento, la prova piรน grande per il discepolo. Alcune volte ci verrร da dire: tanta fatica per nulla? Tranquillo amico lettore, รจ ciรฒ che Gesรน ha provato nellโora della passione: abbandonato, solo, senza i discepoli, senza nessuno che si prendesse cura di Lui. Ora, se la Parola di Dio ha conosciuto il rifiuto, e anche il fallimento, perchรฉ la nostra parola dovrebbe avere un esito diverso?
Per la Chiesa non sarร tutto semplice, sarร come un agnello che va incontro ai lupi. Eโ un appello alla non violenza ma anche uno stile di evangelizzazione. La parola di Dio non ha bisogno di essere imposta con la forza. Se organizziamo cene, sagre, feste saremo accettati ma se portiamo il vangelo, ci ritroveremo respinti. Se non siamo disposti a perdere la faccia, a subire lโindifferenza, lasciamo stare, รจ sempre stato cosรฌ. Forse alla Chiesa questo รจ venuto a mancare. Abbiamo una Chiesa ricca di mezzi, di strutture, ma povera di fiducia e questo rende le nostre parrocchie attrezzate ma spesso vuote.
Polvere
Sappiamo che a volte non saremo accettati, cosรฌ come altrove saremo accolti. Nessun timore; se rifiutati, ci si rivolge ad altri, si va altrove. Si continua a predicare qua e lร , senza sosta, fino ai confini del mondo. Insomma, se ci accolgono, bene, e se non ci accolgono bene lo stesso. Rispettiamo la scelta. Inutile prendersela perchรฉ non stanno rifiutando noi, ma Lui. Rispettiamo le esigenze dellโaltro, i suoi tempi, accettiamo le sue scelte, anche se non sono in conformitร con le nostre.
Nella Chiesa cโรจ bisogno di operai, di uomini di Dio che parlino al cuore della gente. Un testo della Congregazione della Fede รจ dottrinalmente perfetto, ma non scalda il cuore anche perchรฉ non รจ quello il suo compito. Ecco perchรฉ la predicazione non puรฒ limitarsi a leggere o studiare il catechismo.
La bella notizia di questa domenica? Siamo chiamati a sognare in grande, i nostri nomi sono sulle labbra di Dio. Ecco la bella notizia per la Chiesa: vivremo per sempre nel cuore di Dio.
Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK