Paolo de Martino โ€“ Commento al Vangelo del 3 Luglio 2022

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Sogna in grande

Gesรน sta viaggiando verso Gerusalemme e manda settantadue discepoli per annunciare il Regno. Dio ha un unico sogno: che lโ€™uomo sia felice ma non vuole renderlo felice senza il suo contributo perchรฉ, come amo ripetere, Dio fa tutto, facendo fare tutto, ecco perchรฉ chiede ad altri di dargli una mano a raccontare le Sue meraviglie.

Settantadue
Le parole con le quali Gesรน invia i settantadue discepoli, probabilmente non sono state dette da Lui. Se pensiamo che nel giorno di Pentecoste, secondo gli Atti, tutta la comunitร  era composta di centoventi persone, รจ improbabile che qui ne abbia inviate settantadue. Il contesto รจ quello della Chiesa primitiva anche perchรฉ il termine โ€œSignoreโ€ รจ chiaramente post pasquale. E poi perchรฉ inviare settantadue discepoli prima della sua morte? Per raccontare cosa? Lo faranno, certo, ma solo dopo la Sua morte. Queste parole riflettono la situazione della Chiesa dopo la morte di Gesรน, una Chiesa che attraverso i suoi discepoli deve continuare nel mondo il suo annuncio. Sono indicazioni che esprimono uno stile, uno spirito, insomma non sono da prendere alla lettera.

Precedere
Gesรน si accorge che i dodici non bastano: ne servono altri. Il bene รจ cosรฌ sovrabbondante che servono tanti occhi per vederlo, tante mani per toccarlo, tante vite per testimoniarlo. Devono essere voce della sua Voce. I settantadue sono semplici discepoli (non sono gli apostoli) e a loro affida un preciso compito: precederlo dove sta per arrivare. La Chiesa, il discepolo, deve semplicemente preparare lโ€™incontro delle persone con Lui. Il cristiano prepara la strada al Signore che viene (ยซli inviรฒ a due a due davanti a sรฉ in ogni cittร  e luogo dove stava per recarsiยป), pronto a farsi da parte appena รจ avvenuto lโ€™incontro. Quando un parroco va via, o una persona carismatica lascia il posto e la comunitร  si sfalda, mi chiedo a chi erano stati condotti: a Cristo o alla sua persona?

I discepoli vanno ยซa due a dueยป. Questo permetteva meglio di difendersi e di aiutarsi nel momento del pericolo, inoltre dava maggiore peso alla propria testimonianza.
Gesรน manda tanti discepoli davanti a sรฉ, eppure, secondo lui, sono pochi. La messe รจ molta ma gli operai sono pochi, perchรฉ Dio va raccontato a tutti gli uomini (il numero settantadue richiama, le nazioni della terra perchรฉ in Genesi 10 sono settantadue, nella Bibbia in greco, i discendenti di Noรจ, cioรจ coloro che ripopolarono la terra dopo il diluvio universale).
Eโ€™ stato sempre cosรฌ, amico lettore. Nella storia della Chiesa, ci puรฒ essere stata una parvenza di abbondanza, ma non รจ detto che la mietitura sia stata abbondante (anzi!), nรฉ che gli inviati siano stati capaci di mietere. Sicuro che le cose andavano meglio quando cโ€™erano tanti preti? Attento a pregare genericamente per le vocazioni: abbiamo bisogno di catechisti, laici, diaconi, preti e vescovi santi. Nella Chiesa cโ€™รจ bisogno di tutti, riservare le parole dellโ€™episodio solo alle vocazioni religiose non ha alcun senso, lโ€™invito รจ rivolto a tutti. Gesรน non chiama solo preti e suore, semplicemente perchรฉ tutti siamo chiamati ad annunciare la bella notizia.

Tutti
Siamo onesti, una lunga e dannosa tradizione, ha affidato il compito di annunciare il vangelo sostanzialmente ai consacrati. I fedeli, per secoli, sono stati relegati a semplici ascoltatori, (qualcuno dice ancora: โ€œVado a sentire la Messaโ€) tanto che, ancora oggi cโ€™รจ ancora molta diffidenza verso i laici (alcune volte persino verso i diaconi che sono โ€œcleroโ€) che annunciano il vangelo. Perรฒ bisogna ammettere che si puรฒ andare solo se si ha fede e conoscenza, altrimenti cosa annunciamo? San Girolamo ci ricorda che ยซlโ€™ignoranza delle scritture รจ ignoranza di Cristoยป.
Il Concilio Vaticano II ha invitato tutta la Chiesa a cambiare passo. Lโ€™evangelizzazione, attraverso la conoscenza della Bibbia, รจ diventata unโ€™urgenza di tutti. Dopo secoli ci siamo resi conto che, senza la conoscenza della Parola, i Sacramenti perdono di senso e si riducono a cerimonie, obblighi da soddisfare, come le โ€œprime comunioniโ€ o le Cresime che, anzichรฉ indicare un โ€œandareโ€ si sono trasformate in un โ€œfuggi fuggiโ€ generale. Il bene cโ€™รจ in abbondanza (ยซla messe รจ moltaยป), a mancare sono uomini innamorati di Dio che su un mondo disperato aprano squarci di speranza.

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Stile
Gesรน non si attarda sul โ€œcosaโ€ predicare, nessuna raccomandazione di tipo dottrinale. I dettagli sono tutti sul โ€œcomeโ€ devono mostrarsi i discepoli. Gesรน non fornisce indicazioni perchรฉ le riproduciamo tali e quali, tanto รจ vero che nei vangeli queste direttive mutano secondo la cultura del luogo in cui i discepoli sono inviati. Che stile allora dovrebbe avere la Chiesa? La gratuitร  รจ il segno distintivo. Significa donare senza attendere nulla in cambio, servire senza attendersi risultati. Lโ€™amore cristiano รจ โ€œin-utileโ€, cioรจ senza utile, senza alcuno scopo. Uno stile che non fa perno sui mezzi che possiede, ma li riduce al minimo, affinchรฉ non oscurino la forza della Parola. Una missione che va allโ€™essenziale, usando gli strumenti per quello che sono. La forza della Chiesa non sta nellโ€™organizzazione, ma nella passione per il Regno che riempie la vita. Uno stile che non confida nella propria parola, che magari attrae, meraviglia, ma non converte il cuore di nessuno, che accetta il fallimento, la prova piรน grande per il discepolo. Alcune volte ci verrร  da dire: tanta fatica per nulla? Tranquillo amico lettore, รจ ciรฒ che Gesรน ha provato nellโ€™ora della passione: abbandonato, solo, senza i discepoli, senza nessuno che si prendesse cura di Lui. Ora, se la Parola di Dio ha conosciuto il rifiuto, e anche il fallimento, perchรฉ la nostra parola dovrebbe avere un esito diverso?

Per la Chiesa non sarร  tutto semplice, sarร  come un agnello che va incontro ai lupi. Eโ€™ un appello alla non violenza ma anche uno stile di evangelizzazione. La parola di Dio non ha bisogno di essere imposta con la forza. Se organizziamo cene, sagre, feste saremo accettati ma se portiamo il vangelo, ci ritroveremo respinti. Se non siamo disposti a perdere la faccia, a subire lโ€™indifferenza, lasciamo stare, รจ sempre stato cosรฌ. Forse alla Chiesa questo รจ venuto a mancare. Abbiamo una Chiesa ricca di mezzi, di strutture, ma povera di fiducia e questo rende le nostre parrocchie attrezzate ma spesso vuote.

Polvere
Sappiamo che a volte non saremo accettati, cosรฌ come altrove saremo accolti. Nessun timore; se rifiutati, ci si rivolge ad altri, si va altrove. Si continua a predicare qua e lร , senza sosta, fino ai confini del mondo. Insomma, se ci accolgono, bene, e se non ci accolgono bene lo stesso. Rispettiamo la scelta. Inutile prendersela perchรฉ non stanno rifiutando noi, ma Lui. Rispettiamo le esigenze dellโ€™altro, i suoi tempi, accettiamo le sue scelte, anche se non sono in conformitร  con le nostre.

Nella Chiesa cโ€™รจ bisogno di operai, di uomini di Dio che parlino al cuore della gente. Un testo della Congregazione della Fede รจ dottrinalmente perfetto, ma non scalda il cuore anche perchรฉ non รจ quello il suo compito. Ecco perchรฉ la predicazione non puรฒ limitarsi a leggere o studiare il catechismo.

La bella notizia di questa domenica? Siamo chiamati a sognare in grande, i nostri nomi sono sulle labbra di Dio. Ecco la bella notizia per la Chiesa: vivremo per sempre nel cuore di Dio.

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