Da Dio a Dio
Gesรน si trovava in un luogo a pregare. I discepoli sentono il bisogno di chiedere a Gesรน: ยซInsegnaci a pregareยป. Alcuni movimenti religiosi (come anche Qumran) avevano le loro preghiere, le quali erano riflesso del loro rapporto con Dio. Mi piace pensare che la prima vera preghiera che possiamo fare sia proprio questa: ยซInsegnaci a pregareยป.
Eโ la versione di Luca del โPadre nostroโ, piรน breve rispetto quella di Matteo che di solito recitiamo. Comโรจ possibile? Probabilmente il testo di Luca รจ piรน vicino allโoriginale (per la comunitร cristiana era piรน facile aggiungere che togliere dal testo ricevuto) ma soprattutto Gesรน, a differenza dei rabbini del tempo, non ha dato una preghiera con parole precise ma una traccia, alcuni punti su cui orientarsi. Gesรน mostra ai discepoli non solo per cosa devono pregare, ma soprattutto โin che modoโ pregare e con quale disposizione.
Il โPadre nostroโ รจ un concentrato di vangelo. Dopo quella volta, nessunโaltra preghiera รจ stata scritta che non fosse giร racchiusa nel mistero di questa preghiera: la bellezza di Dio racchiusa in una preghiera.
Padre
ยซQuando pregate, dite: Padreยป. Ciรฒ che rende la preghiera di Gesรน unica sta in un dettaglio: รจ una preghiera fatta a un padre, non a un Dio immobile che si gode la sua immensitร lassรน nei cieli. Nel primo dei capolavori di Kieslowski ispirati ai Dieci Comandamenti, il bambino protagonista mentre sta giocando al computer chiede alla zia: ยซComโรจ Dio?ยป. La zia lo guarda in silenzio, gli si avvicina, lo abbraccia, gli bacia i capelli e tenendolo stretto a sรฉ sussurra: ยซCome ti senti, ora?ยป. Il bambino alza gli occhi e risponde: ยซBene, mi sento beneยป. E la zia: ยซEcco, Dio รจ cosรฌยป. Dio รจ un abbraccio. Dio รจ padre cosรฌ. Amico lettore, finchรฉ non farai questa esperienza di essere al sicuro tra le sue braccia, sarai ancora nellโanticamera di Dio.
Nome
ยซSia santificato il tuo nomeยป. Il verbo รจ al passivo: non si chiede che lโuomo rispetti il nome di Dio, ma che il Padre stesso faccia in modo che Egli sia riconosciuto Santo dagli uomini. Non pensiamo subito alle bestemmie, al pronunciare in malo modo il nome di Dio.
โQadosh (q-d-sh) โ (cioรจ โsantoโ) in ebraico indica โla cruna di un ago (q) che entra (d), che รจ porta nella grande montagna di Dio (sh) โ. Cosโรจ un ago nei confronti di una montagna? Nulla: questo รจ quello che sappiamo di Dio. Quando parliamo di Dio, parliamo sempre della nostra esperienza ma non di Lui, perchรฉ Dio รจ sempre al di lร dei nostri pensieri. Bestemmiamo allora, cioรจ non lo santifichiamo, quando rinneghiamo la grandezza, la meraviglia e lo stupore che Dio ha riposto in noi, quando pensiamo di conoscere Dio, quando lo usiamo per fini politici, per interessi religiosi, per legare a noi persone. Inchiniamoci e facciamo silenzio perchรฉ Lui รจ oltre, meravigliosamente e misteriosamente oltre.
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Regno
ยซVenga il tuo regnoยป. Accada in me ciรฒ che Lui vuole. Eโ la possibilitร di instaurare in me la โsignoria di Dioโ. Posso trasformare questa possibilitร in realtร , con le mie scelte. Chiediamo di essere Suo strumento, perchรฉ si realizzi ciรฒ che Lui vuole attraverso di me.
Pane
ยซDacci ogni giorno il nostro pane quotidianoยป. Gesรน usa lโespressione โlehem huqiโ che vuol dire il โpane che costruisceโ. Secondo una tradizione giร molto antica, noi traduciamo con โquotidianoโ una parola, โepiousiosโ (โsopra la sostanzaโ), che suscita vari interrogativi, non avendo paralleli nel greco antico. Questa espressione si riferisce a qualcosa che va oltre al pane quotidiano. Come il cibo naturale mi fa vivere ogni giorno, ciรฒ di cui mi nutro spiritualmente mi costruisce ogni giorno. Ogni giorno ho bisogno del pane dello spirito: un poโ di silenzio, un poโ di preghiera, una parola, una lettura, un abbraccio, uno sguardo. Nutrirsi ogni giorno di cose buone, di esperienze vere, di persone profonde: la felicitร dipende da questa disciplina quotidiana.
Perdono.
ยซPerdona a noi i nostri peccati, anche noi, infatti, perdoniamo a ogni nostro debitoreยป. Il โpaneโ (l-h-m) e la โsaggezzaโ (m-l-h) hanno in ebraico la stessa radice di โperdonoโ, mahol (m-h-l). Il perdono รจ il pane quotidiano, รจ ciรฒ di cui ogni giorno devo nutrirmi, รจ la mia veste di tutti i giorni con cui devo andare nel mondo, รจ la mia unica possibilitร di essere felice.
Tentazione
ยซNon abbandonarci alla tentazioneยป. Questa traduzione รจ una delle possibili, non la sola. Il testo greco originario, ha letteralmente ยซnon farci entrare, non portarci dentro la tentazioneยป. La frase, nellโoriginale aramaico usato da Gesรน, supponeva forse un senso solo โpermissivoโ: ยซNon lasciarci entrare nella tentazioneยป. In ogni caso, questo nuovo tentativo di traduzione era necessario affinchรฉ nessuno oggi fosse indotto a pensare che Dio ci tenti al male, al peccato: sarebbe una bestemmia. Dio ci puรฒ sottoporre alla prova per saggiare e discernere il nostro cuore, ma mai alla tentazione.
Parabole
Come pregare e con quale disposizione? Luca lo chiarisce con due parabole.
La prima rispecchia la vita della campagna palestinese. Gesรน invita a rivolgerci a Dio come a un amico, un interlocutore amorevole, attento, disponibile. A Dio possiamo chiedere e raccontare tutto, nella preghiera cโรจ spazio per tutto.
Il personaggio centrale non รจ lโamico che bussa, ma quello che si alza. Il centro della parabola non รจ lโinsistenza, ma la certezza di essere ascoltati. La perseveranza รจ frutto della certezza che il Padre ci ascolta. La preghiera del discepolo ha bisogno di perseveranza, di quotidianitร . Le grandi abbuffate in occasioni particolari servono poco o nulla. La preghiera รจ un colloquio personale, cuore a cuore, uno scambio di opinioni non una lista della spesa, o un elencare a Dio i nostri bisogni (che tra lโaltro conosce giร ). Pregare non รจ โdire preghiereโ ma innanzitutto ascolto perchรฉ la preghiera รจ anzitutto azione di Dio, ecco perchรฉ Gesรน raccomanda una cosa curiosa: ยซNon sprecate paroleยป. Dio non รจ un distributore automatico di grazie ma un Amore da ascoltare. La vera preghiera non รจ unโazione che facciamo noi, ma รจ qualcosa che permettiamo che Dio faccia in noi. La preghiera ci renderร attenti a scorgere la Sua presenza nel โqui e oraโ perchรฉ ยซil caso, รจ Dio che passeggia in incognitoยป (A. Einstein).
Nella seconda parabola, Gesรน invita a rivolgerci a Dio come a un padre. Dio non ci darร mai nulla che possa nuocerci. Vuol dire entrare nella logica che tutto ciรฒ che accade ha un senso, anche se a prima vista non lo comprendiamo. Eโ nella realtร che Dio parla, risponde, insegna, ama. Amico lettore, forse ti starai chiedendo: ma se รจ cosรฌ perchรฉ non otteniamo ciรฒ che chiediamo? La risposta sarebbe complessa ma forse ti basta almeno intuire che spesso le richieste che facciamo non sono per la nostra felicitร . Dio ascolta, educa il nostro cuore a desiderare secondo le sue promesse. Nella preghiera non otteniamo ciรฒ che chiediamo ma ciรฒ che il cuore desidera.
Un suggerimento: come sโinizia a pregare? Provandoci. Sโimpara a pregare, pregando.
La bella notizia di questa domenica? Lโamicizia con Dio non cambia le cose, ma cambia il mio stare di fronte alle cose. La preghiera รจ uno stare da Dio a Dio.
Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK