HomeVangelo della DomenicaPaolo de Martino - Commento al Vangelo del 23 Marzo 2025

Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2025

Domenica 23 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

Pazienza

Durante la predicazione di Gesรน alla folla, mentre รจ in viaggio verso Gerusalemme, da โ€œalcuniโ€ sono portati alla luce due fatti tragici.

Il primo episodio (ยซquei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrificiยป) era avvenuto durante la Pasqua, quando molti pellegrini andavano a Gerusalemme. Pilato, per prevenire qualche tumulto, aveva ordinato unโ€™esecuzione esemplare compiuta durante il sacrificio al tempio. Un gesto sacrilego. Le fonti dellโ€™epoca di Pilato non ci parlano di un fatto del genere, perรฒ la cosa รจ verosimile, poichรฉ conosciamo la crudeltร  con cui agivano i romani nelle terre da loro conquistate.

Il secondo fatto di cronaca riguarda la caduta di una torre situata nella zona di Siloe, che aveva provocato diciotto morti. Un fatto puramente accidentale, e che quindi non prestava il fianco a rivendicazioni politiche. Anche di questo fatto non abbiamo altre notizie.

Gesรน, comโ€™รจ suo solito, esce dalla casistica e approfitta della notizia mettendola a servizio del suo annuncio. A quel tempo si credeva che il male, le disgrazie, capitassero a causa del peccato dellโ€™uomo. Gesรน spezza questa logica. Non รจ Dio che ha armato la mano di Pilato, che ha abbattuto la torre. La mano di Dio non produce morte; lโ€™asse attorno al quale gira la storia non รจ il peccato. Dio non punisce chi fa il male.

Interrogativi

โ€œDovโ€™รจ Dio?โ€, ci domandiamo nei giorni della sofferenza. Dio รจ lรฌ, si coinvolge ma non puรฒ frapporsi tra la vittima e il carnefice. รˆ onnipotente, ma solo nellโ€™amore, perchรฉ Dio รจ Amore, solo amore.

- Pubblicitร  -

La vita non si svolge nellโ€™aula di un tribunale. Dio non spreca la sua eternitร  giudicando, condannando e punendo. Quante volte abbiamo sentito dire: โ€œChe cosa ho fatto di male per meritarmi questo?โ€. Quante volte abbiamo avuto lโ€™impressione, nella vita, che Dio fosse indifferente o che addirittura ci โ€œpunisseโ€ con qualche disgraziaโ€ฆ

In fondo, peccato-punizione e merito-benedizione sono equazioni che non facciamo fatica a scorgere in noi. Il Dio che premia i buoni e castiga i cattivi fa parte della logica piรน arcaica dellโ€™Antico Testamento, ma Gesรน di Nazareth ha mandato in frantumi questa idea di un Dio troppo umano. Distruggerร  lโ€™equazione peccato-castigo, semplicemente perchรฉ Dio non puรฒ castigare per il male commesso!

Lโ€™idea di un Dio che ha il quadro dei bottoni della storia e di ogni singola creatura, e che li schiaccia secondo un volere misterioso, puรฒ essere addirittura blasfema.

Conversione

Mi piace guardare come Gesรน si pone davanti a questi fatti di cronaca. Noi ci saremmo fermati ai luoghi comuni sul destino, la fatalitร ; Gesรน no. Il Maestro legge questi fatti come un invito alla conversione: ยซSe non vi convertiteยป.

Gesรน perรฒ sembra rimangiarsi quello che ha appena detto: ยซSe non vi convertite perirete tutti allo stesso modoยป. Allora Dio punisce? No! Ricorda solo che tutto ciรฒ che facciamo ha delle conseguenze. Non รจ una condanna, รจ una conseguenza.

- Pubblicitร  -

La vita รจ nelle nostre mani e nelle nostre scelte, siamo noi al comando dellโ€™auto della nostra vita, che va nella direzione che noi le diamo. Se non cambiamo, se non imbocchiamo altre strade, la terra andrร  in rovina perchรฉ fondata sulla sabbia della violenza e dellโ€™ingiustizia.

Il Vangelo รจ un continuo invito alla conversione, cioรจ a cambiare il nostro pensiero su noi stessi, sugli altri e su Dio. Le prime parole di Gesรน, nel Vangelo di Marco, sono proprio un invito al cambiamento: ยซIl tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete al Vangeloยป (1,15). Alla lettera potremmo tradurre: โ€œCambiate testa, cambiate modo di pensare e credete alla bella notiziaโ€, perchรฉ, come diceva Turoldo:

ยซSbagliarsi su Dio รจ un dramma, รจ la cosa peggiore che possa capitarci, perchรฉ poi ci sbagliamo sul mondo, sulla storia, sullโ€™uomo, su noi stessi. Sbagliamo la vitaยป.

Amico lettore, la fede รจ cambiamento personale, del tuo modo di sentire, dei tuoi pensieri. Ecco la conversione: se il Vangelo non diventa vita, รจ semplicemente inutile. Resta solo un bel raccontino.

Frutti

La parabola del fico completa ciรฒ che Gesรน sta dicendo. (Luca accosta spesso le affermazioni di Gesรน al racconto di una parabola).

Nei vigneti della Palestina si lascia crescere lโ€™albero per tre anni e poi inizia a portare i primi frutti. Lโ€™albero della parabola, invece, dopo sei anni non ha ancora portato frutto. Il fico non richiede cure particolari, ecco perchรฉ il vignaiolo tenta unโ€™ultima possibilitร .

Amico lettore, sei tu quel fico. Tu puoi portare frutto; tu puoi vivere in maniera feconda, felice.

Che bello vedere Dio che si mette alla ricerca dellโ€™uomo: ยซUn tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi fruttiยป. Per Dio la felicitร  รจ stare con i propri figli, ma, nonostante le sue premure, il figlio (il fico) non cresce bene.

Sono tre anni che viene a cercare frutti, ma non ne trova. Cโ€™รจ amarezza nelle sue parole: ยซSono tre anni che vengo a cercare frutti su questโ€™albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque!ยป.

I tre anni sono gli anni che Gesรน ha investito per raccontare Dio, tre anni in cui gli uomini non hanno saputo cogliere la novitร . E il padrone chiede di tagliarlo, perchรฉ il fico sterile non solo non produce, ma rende improduttiva la terra.

Ma il vignaiolo chiede ancora un anno di tempo al padrone: ยซLascialo!ยป. Cioรจ, usa misericordia. Allโ€™albero รจ concessa una tregua di un anno e una cura specifica, unโ€™ultima chance. Se porterร  frutto in futuro, bene; altrimenti sarร  tagliato.

Se la nostra vita cristiana ci sembra irrimediabilmente arida, se dopo tutti i buoni propositi non รจ ancora cambiato nulla, non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento. Guardiamo al fico della parabola: sono tre anni che non produce nulla, ma il contadino chiede ancora tempo al padrone.

Straordinario lโ€™amore del vignaiolo per il fico: ha pazienza, sa aspettare, gli dedica il suo tempo e il suo lavoro.

Dio รจ il contadino paziente e fiducioso: ยซVoglio lavorare ancora un anno attorno a questo fico e forse porterร  fruttoยป. ยซQuestโ€™annoยป รจ la durata della nostra storia. Ancora un anno, ancora sole, pioggia. Questโ€™albero (che siamo noi) รจ buono, darร  frutto, ancora un anno.

E poi? Forse ripeterร  lo stesso discorso lโ€™anno prossimo, poi il prossimo anno ancora, e cosรฌ viaโ€ฆ semplicemente perchรฉ siamo preziosi ai suoi occhi.

Dio, come un contadino, si prende cura di questโ€™albero che sono io e mi lavora, mi pota, mi concima. Amico lettore, non senti le sue mani ogni giorno?

โ€œForse, lโ€™anno prossimo porterร  fruttoโ€, pensa il contadino. รˆ in quel โ€œforseโ€ il miracolo della misericordia. A Dio รจ sufficiente per sperare.

Ecco la giustizia di Dio, che รจ sempre misericordia, pazienza, attesa. Il contadino รจ Gesรน, venuto nella vigna di Israele, che dice al Padre: ยซLasciala, lasciala ancora, attendi i suoi frutti; io, intanto, me ne prendo curaยป.

Amico lettore, la conversione รจ ancora possibile perchรฉ crediamo a questo Dio contadino.

La bella notizia di questa domenica?
Dio, come un contadino smemorato, continua a scommettere su di noi. Ancora un anno, e poi ancora un annoโ€ฆ

Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK

Articoli Correlati