Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 22 Gennaio 2023

1487

Gesù dopo aver ricevuto lo Spirito e dopo aver definito la propria missione comincia finalmente ad agire.

Cafàrnao

Gesù inizia la sua attività quando Giovanni non è più sulla scena e inizia dalla Galilea, in particolare da Cafarnao, che si trova sulla riva nord del lago, al punto che Matteo la chiama la “sua” città (Mt 9,1). Perché? Cafarnao è diversa da Nazareth, è presso il mare, un punto d’incontro, un luogo avvincente. Amico lettore, muoviti, frequenta esperienze diverse, confronta e non temere.
Buona parte del ministero di Gesù si svolgerà attorno al lago di Tiberiade o di Gennésaret nel territorio che era stato delle tribù di Zàbulon e di Nèftali (due dei figli di Giacobbe). Matteo, da buon ebreo, chiama “mare il lago di Genezaret, sulle cui rive era fiorente all’epoca l’industria della pesca.

- Pubblicità -

La “Galilea delle genti” (chiamata così perché abitata, in parte, da pagani) è spesso ricordata da Matteo. Aveva una cattiva fama, sia sul piano politico sia religioso per una certa contaminazione pagana dovuta alla permanenza degli Assiri e dai loro fratelli giudei erano generalmente considerati delle persone poco istruite. Dio è così, vuole sporcarsi le mani, ama il rischio. Gesù probabilmente si sposta dalla Giudea alla Galilea per sfuggire a Erode Antipa che, dopo aver incarcerato e ucciso Giovanni, avrebbe potuto nuocergli. Amico lettore, a volte eventi inattesi provocano il diffondersi della Parola.

Convertitevi

Cosa predica? «Convertitevi», cioè cambia mentalità, cambia modo di pensare. Amico lettore, smetti di pensare che per raggiungere Dio tu debba diventare più buono, dire tante preghiere, fare tante penitenze.

- Pubblicità -

Un particolare interessante: a tutti chiede di cambiare ma solo ad alcuni chiede di seguirlo. Perché? Perché non si può seguirlo senza essere disposti a cambiare, a mettersi in gioco, a trasformarsi. Nessuno può seguire veramente Gesù se non cambiando, convertendosi.
“Metanoia” vuol dire “cambiamento di pensiero”. Non bisogna essere di più ma diversi. La conversione non ha nulla di moralistico. Certo, cambiare genera conflitti, perché cambiare è andare verso l’ignoto, verso ciò che non conosco e che ancora non sono. Il certo è molto rassicurante: lo conosco, lo gestisco e non mi fa paura.

La conversione non è una condizione imposta da Dio per il perdono. Che bella notizia sarebbe se Dio desse il suo amore secondo le prestazioni religiose? E’ Dio che mi raggiunge, mi viene incontro, mi abita. Prima che io agisca, Lui mi è già venuto vicino, gratuitamente senza attendere nulla da me. Allora io cambio vita, il modo di vedere me stesso, gli altri e Dio. Scrive padre Vannucci: «la verità è che noi siamo immersi in un mare d’amore e non ce ne rendiamo conto». Il suo amore non è condizionato dal mio agire. Il Regno è dato gratis, c’è solo chiesto di farne esperienza. «Non siamo stati noi ad amare Dio, ma Dio ci ha amati per primo» (1Gv 4, 19).
Poi ecco l’annuncio tanto atteso: «Il regno dei cieli è vicino». Ecco la bella notizia: Dio si è avvicinato, a noi il compito di voltare lo sguardo. E’ Lui che cammina, vede, chiama, come ha fatto con i primi discepoli.

Chiamati

La proposta di Gesù non riguarda una dottrina religiosa. Al centro c’è la relazione con Lui, un incontro che stravolge la vita di quei pescatori. Gesù li raggiunge nel luogo di lavoro, non nella sinagoga o al tempio, non in un momento di preghiera, ma sulla riva del lago con in mano le reti. E’ davvero stupenda questa partenza: Gesù non chiede se sono fedeli alle preghiere, non li interroga sui dieci comandamenti. Niente di tutto questo! Gesù li invita a stare con Lui. Ecco il centro. Questo è il punto, amico lettore. L’esperienza della fede parte da qui, da questa chiamata a stare con Lui, a fargli compagnia. A volte il cristianesimo lo riduciamo a una serie di cose da fare e altre da non fare, come se tutto si risolvesse in un grande gioco, dove ti conquisti il paradiso se hai la tua tessera a punti completata! Meno male che la vita cristiana non è questo incubo.

Seguimi

Al tempo di Gesù erano i discepoli a scegliersi il maestro e non viceversa: qui come per tutti gli altri discepoli, è invece Gesù che sceglie liberamente i suoi.

«Venite dietro a me»: non è un’indicazione precisa, è un “fidati e vedrai!”. Amico lettore, se cerchi risposte chiare, soluzioni precise, regole cui appellarti non sei adatto al regno dei cieli. Se Gesù fosse venuto a darci delle regole, ci avrebbe lasciato un codice invece ha mostrato una strada: Amico lettore, Gesù ti vuole coinvolgere in un’esperienza. Dio è un regno da cercare, da raggiungere.
Curioso che i primi quattro apostoli siano due coppie di fratelli. I suoi primi discepoli sono “pescati” da una fraternità. Chissà quanti pescatori ci saranno stati quel giorno sulla riva ma Gesù sceglie proprio due coppie di fratelli! Amico lettore, la fraternità è la sola condizione con cui è possibile mettersi in cammino dietro di Lui. Gli apostoli dovranno superare le logiche personali, abbattere i propri egoismi e aprirsi alla logica dell’amore.

In questo primo gruppo sono presenti i tre discepoli che saranno protagonisti dei momenti salienti della vita di Gesù: Pietro Giovanni e Giacomo. Interessante vero? Saranno loro i testimoni della trasfigurazione, come della resurrezione della figlia di Giairo e della preghiera nel Getsemani.

Gesù passa e vede. Che cosa vede? In Simone vede Pietro, la roccia su cui fondare la sua chiesa; in Giovanni intuisce il discepolo che darà la più bella definizione del Padre (Dio è amore); in Giacomo intravede, uno che ha dentro la potenza di un tuono. Lo sguardo di Gesù vede sempre oltre, vede il tesoro sepolto nel cuore dell’uomo.

Che cosa promette loro? Una diversa qualità di vita, promette una vita intensa, vera, piena: «Vi farò pescatori di uomini». Dio non cambia ciò che c’è attorno a noi, Dio cambia noi.

Questi poveri pescatori faranno cose che non avrebbero mai immaginato. Gesù lancia una sfida a questi uomini: essere qualcosa di grande.

Subito

«Subito lasciarono le reti e lo seguirono». Questa precisazione ci ricorda che le cose più importanti della vita si fanno senza rifletterci troppo perché nei troppi pensieri s’insinua la paura, l’insicurezza. Questi quattro apostoli capiranno il maestro anni dopo eppure se non avessero lasciato tutto subito, non avrebbero avuto la possibilità di comprenderlo fino in fondo. Nella fede prima si segue e poi si comprende perché le cose di Dio bisogna viverle per comprenderle.

La bella notizia di questa domenica? Gesù ti viene a cercare nella tua storia personale e t’invita a stare con Lui. Cercalo e lasciati cercare. E se il tuo cuore è troppo duro, coraggio, il figlio del falegname ha mani forti e allenate.

Fonte: il blog di Paolo de Martino | CANALE YOUTUBE | PAGINA FACEBOOK