Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

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Dal pozzo di Sicar alla piscina di Siloe.
Cambia il luogo ma non il nostro desiderio di entrare nella scena.
Vi propongo di sederci e aprire gli occhi. Ci vorrebbe qualche serata per goderci il film di un vangelo cosรฌ. Noi ci accontentiamo di qualche flash. Vogliamo portarci a casa qualche scatto.
Sediamoci al termine della scalinata che dalla piscina di Siloe conduce al tempio.
Di lรฌ possiamo vedere.

Primo scatto: Gesรน, passando, vide un uomo cieco dalla nascita.
Il protagonista di oggi รจ lโ€™ultimo della cittร , un mendicante cieco, uno che non ha nulla, nulla da dare a nessuno. E Gesรน si ferma per lui. Perchรฉ il primo sguardo di Gesรน sullโ€™uomo si posa sempre sulla sua sofferenza.
Lo sguardo di Gesรน raccolto dai Vangeli รจ di una portata straordinaria, il suo sguardo vedeva sempre oltre perchรฉ lโ€™amore vede sempre oltre.
Gesรน guarda Levi e non vede un ladro, bensรฌ un uomo bisognoso di fiducia. Nella casa di Giร iro, il capo della sinagoga di Cafarnao, tutti vedono una bambina morta, Gesรน vede solo una bambina addormentata. Nellโ€™adultera tutti vedono una peccatrice meritevole di morte; Gesรน vede una donna bisognosa di libertร . Nella prostituta che gli lava i piedi, vi vede una santa. Davanti alla tomba di Lazzaro, vede giร  lโ€™amico resuscitato.

รˆ bello sapere che anche noi siamo visti cosรฌ. Quando ci guardiamo dentro e vi troviamo solo buio, Dio ci sta guardando semplicemente come figli amati alla follia! Se imparassimo a guardarci con gli occhi di Dio, impareremmo anche ad accettarci, ad amarci un poโ€™ di piรน, a stimarci un poโ€™ di piรน, trasformando cosรฌ la nostra vita.
Egli vide un cieco. Non siamo cattivi, ma semplicemente ciechi.
Il cieco non sa dove si trova, ha perduto il luogo di provenienza e non sa neanche dove sta andando: non ha una meta, un luogo dove poter far riposare il cuore.

In questo buio esistenziale il cieco inciampa, cade, si rialza, va a sbattere; confonde il male col bene compie azioni maldestre pensando che siano quelle giuste in grado di farlo vivere.
Se facciamo il male non lo facciamo mai per cattiveria, ma perchรฉ siamo confusi, ciechi appunto, sbagliando spesso il bersaglio delle nostre azioni.
Il termine peccato, biblicamente significa proprio: ยซmancare il bersaglioยป. E a forza di sbattere di qua e di lร , alla fine ci si fa male, ci si ferisce.

Il peccato non sarร  dunque unโ€™offesa fatta a Dio, ma una ferita inferta a noi stessi. Peccato รจ tutto ciรฒ che fa diminuire la nostra umanitร , รจ una ferita che lโ€™uomo inferisce a se stesso. Il peccato non offende Dio, offende me, ferisce me: โ€œil peccato รจ una diminuzione per lโ€™uomo stesso, impedendogli di conseguire la propria pienezzaโ€. (GS 1,13)
Allora lasciamoci guardare da Gesรน. Sentiamo il suo sguardo anche se siamo al buio.
Godiamoci qualche minuto di sguardo suo. Con calma.

Secondo scatto: Gesรน sputa per terra, fa del fango e unge gli occhi del cieco.
รˆ una nuova creazione quella che compie Gesรน con quel gesto: รจ il cielo di Dio che ancora si impasta con questa terra che siamo noi.
La creazione non รจ avvenuta una volta per tutte, ma continua.
Ogni volta che lascio cadere una goccia di questa Parola io rinasco.
La creazione di me stesso avanza. E tutti noi, come creta, siamo nelle mani del vasaio.
Mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio.
Proviamoci, ciechi come siamo, mendicanti dโ€™amore: plasma la nostra vita. Signore, modella ancora questa terra secca.
Godiamoci qualche minuto nelle mani sue. Con calma.

Terzo scatto: Vaโ€™ a lavarti alla piscina di Siloe, dice a quellโ€™uomo Gesรน.
La cosa straordinaria รจ che il gesto di Gesรน non guarisce il cieco allโ€™istante!
Lโ€™opera di Gesรน non รจ magica o automatica, ma richiede la partecipazione attiva del cieco.
Se il cieco non avesse accettato di correre alla piscina di Sรฌloe per lavarsi, sarebbe stato solo un cieco con gli occhi pieni di fango!
E quello ci va. Quel cieco si fida, punto e a capo. Non crede ma comincia a fidarsi.
Nella vita non dovremmo dimenticarci che abbiamo mosso i primi passi perchรฉ ci siamo fidati, e cโ€™รจ sempre un attimo di follia nella fiducia.
La paura ti mette allโ€™angolo, la fiducia ti riporta al centro del ring.

Perchรฉ il vangelo non รจ teoria, il vangelo รจ vita e la vita รจ fiducia. รˆ dare credito alla stessa vita, anche nei momenti in cui sbatteresti la testa contro il muro.
La primavera ritorna, fidati. E che fiducia sia, allora, amici!
Il cieco si fida e va a lavarsi alla piscina di Siloe, che significa inviato. Che poi lโ€™inviato รจ Gesรน, no?

Quarto scatto: La quarta foto รจ un poโ€™ movimentata (unโ€™aula di tribunale).
Una volta che il cieco รจ guarito iniziano i guai. Avanti con gli interrogatori.
Inizia un feroce dibattito: chi lo ha guarito? Perchรฉ? E perchรฉ di sabato?
Allโ€™istituzione religiosa non interessa il bene dellโ€™uomo, per loro lโ€™unico criterio di giudizio รจ lโ€™osservanza della legge. Cโ€™รจ unโ€™infinita tristezza in tutto questo.
Per difendere la dottrina negano lโ€™evidenza, per difendere la legge negano la vita.
Sanno tutto delle regole e sono analfabeti dellโ€™uomo.
Il fariseo ripete: Gloria di Dio รจ il precetto osservato!

E invece noโ€ฆ gloria di Dio รจ un mendicante che si alza, un uomo che torna felice a vedere.
Lโ€™ex cieco prima descrive Gesรน come un uomo, poi come un Profeta, poi lo proclama Figlio di Dio. La fede รจ una progressiva illuminazione, passo dopo passo, ci mettiamo degli anni per riuscire a proclamare che Gesรน รจ il Signore.
Si dice che la fede รจ cieca. Ma dove?! La fede non รจ cieca, non รจ per nulla irragionevole.
La fede รจ vedere, aprire gli occhi su questo mondo. รˆ parlare, non tacere ciรฒ che si vede!
La fede, amici, genera uomini che pensano, che non si chiudono, che aprono gli occhi!

Se non abbiamo nulla da raccontare, se viviamo una fede imbavagliata o solo con i nostri amici, significa che non abbiamo incontrato Cristo. Come la samaritana la scorsa settimana. Quando lo incontri, non puoi piรน tacerlo!
Non imbalsamiamo Dio nelle nostre chiese, alimentiamo la libertร  della ricerca, il coraggio
delle domande buone, lโ€™audacia dei punti interrogativi! Diceva lo scrittore francese Julien Green: ยซFinchรฉ si รจ inquieti, si puรฒ stare tranquilliยป perchรฉ โ€œDubitare e credere sono la stessa cosa. Solo lโ€™indifferenza รจ ateaโ€œ.
Dio vede la nostra tenebra e desidera illuminare la nostra conoscenza, i nostri sensi.
E pone una sola condizione: lasciarci mettere in dubbio, porci delle domande, indagare, come il cieco che non sa, che si interroga, che argomenta.

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Quinto scatto: Il cieco viene buttato fuori
E chi trova fuori? Gesรน, il cacciato della storia. Ora, perรฒ, ha gli occhi per vedere. E allora sรฌ che crede.
La bella notizia di questa domenica? Ora possiamo fare di ogni nostro limite e dei limiti degli altri un luogo di salvezza, di comunione, di luce! Se ciascuno di noi assume i propri limiti come possibilitร  di comunione con Dio, e impariamo a fare dei limiti dellโ€™altro luogo di perdono e di festa, allora faremo esperienza di Dio.

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