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Paolo de Martino – Commento al Vangelo del 1 Settembre 2024

Domenica 1 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 7,1-8.14-15.21-23

Il vangelo? Una boccata dโ€™aria fresca

I farisei avevano visto alcuni dei discepoli di Gesรน prendere cibo con mani immonde, cioรจ non lavate. Gesรน si trova accerchiato dai suoi avversari. Gli scribi erano venuti da Gerusalemme. Essi esercitavano in Galilea una specie di diritto di ispezione. Forse erano stati chiamati proprio dai farisei della zona.

Poichรฉ si credeva che chi toccava certe persone o oggetti ritenuti impuri, o faceva lavori impuri, si contaminava, per essere di nuovo puri bisognava lavarsi le mani. Se poi si andava al mercato, e lรฌ in mezzo alla folla si sa che รจ facile toccarsi o toccare qualcosa di impuro, bisognava purificarsi. Queste regole di purificazione si ritrovano anche in altre religioni. Alla base cโ€™รจ lโ€™idea che nel rapporto con la divinitร  lโ€™uomo debba purificarsi da tutto ciรฒ che potrebbe offendere la divinitร  e provocarne lโ€™ira.

Marco spiega ai suoi lettori pagano-cristiani la prassi giudaica della puritร  sulla base di alcuni esempi. Non รจ vero perรฒ che tutti i giudei si attenessero a queste norme. Lo facevano soprattutto i farisei. In veritร  la Torah, la Legge, rivolgeva il comando dellโ€™abluzione rituale delle mani solo ai sacerdoti che al tempio facevano lโ€™offerta, il sacrificio. Ma al tempo di Gesรน vi erano movimenti che radicalizzavano la Torah e moltiplicavano le prescrizioni della Legge, con una particolare ossessione per il tema della puritร .

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Di fronte a questo grande problema (!) Gesรน si scatena, diventa furibondo contro questi legalisti. Vale la pena chiarire subito che al centro della discussione non sta la validitร  o meno di alcune pratiche religiose, ma la veritร  del rapporto con Dio. Cioรจ: il problema non รจ โ€œseโ€ e โ€œcomeโ€ devo lavarmi le mani prima di mangiare, ma se guardo a Dio come un ispettore dellโ€™A.S.L. o come un Padre che si prende cura di me.

Il favore di cui i farisei godevano fra la popolazione di quel tempo รจ fuori di dubbio. Gesรน si scaglia non solo contro di loro ma contro un sistema popolare di valori, che era accettato dalla societร . Ciรฒ che Gesรน diceva era altamente scandaloso. Le regole dei farisei non erano stupide, รจ che avevano perso la loro anima. Non avevano piรน significato, si facevano perchรฉ lo si era sempre fatto, perchรฉ si era stati abituati cosรฌ.

Quando un gesto perde la sua anima, allora diventa formale o fondamentalista. Se perdi di vista lโ€™obiettivo, se il tuo gesto non esprime piรน lโ€™intenzione รจ inutile, formale, forse anche falso. Gesรน li chiama โ€œipocritiโ€. Ipocrita in greco vuol dire โ€œcolui che recita, che declamaโ€. Ipocrita indica quindi una falsa apparenza, una maschera, uno che ti fa vedere qualcosa ma sotto รจ qualcosโ€™altro.

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Gesรน critica il formalismo vuoto e sterile dei farisei, condanna la loro presunzione di poter programmare la relazione con Dio, di incasellarla in uno schema fisso di โ€œdare-avereโ€. La casistica esasperata dei farisei, la loro ricerca di sicurezza tradotta in pratiche rituali, soffoca la novitร , la bellezza e la fantasia di Dio.

Gesรน vuole riportare ordine e smascherare le false certezze religiose che conducono nel vicolo cieco dellโ€™autocelebrazione idolatrica, non certo alla conoscenza del Dio vivo. Gesรน li condanna per due motivi. Il primo: hanno deformato il comandamento di Dio, mettendo in bocca a Dio leggi e norme degli uomini. Cioรจ: fanno dire a Dio quello che loro vogliono (il loro pensiero). Il secondo: non ci sono cose pure o impure ma รจ il cuore puro o impuro. Non ciรฒ che รจ fuori ma ciรฒ che รจ dentro che consacra o contamina le cose e le persone. Tutto รจ secondo il tuo cuore.

Gesรน liquida del tutto le norme rituali levitiche. Il male non puรฒ entrare dallโ€™esterno, puรฒ essere scelto liberamente dallโ€™uomo ed essere da lui compiuto, con parole ed azioni. Non cโ€™รจ niente che possa rendere impuro il discepolo tra le realtร  che sono fuori del suo corpo: nรฉ il cibo, nรฉ il contatto, nรฉ le relazioni.

Cโ€™รจ una frase di questo brano, che Gesรน riprende da Isaia, che ha attratto la mia attenzione: โ€œQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da me.โ€ Lโ€™attualitร  disarmante di questa Parola mi lascia senza fiatoโ€ฆ รˆ proprio vero: le nostre comunitร  vivono quotidianamente la fatica di dare cuore e corpo alla Parola.

Le labbra fanno grandi proclami, ma i piedi non sanno seguire le esigenze della sequela. Le labbra annunciano grandi slanci di generositร , ma le mani sono ancora chiuse nel possesso. Le labbra cantano le lodi di Dio, ma le orecchie non sono pronte a custodire la Parola. Gesรน non invita i suoi discepoli a trasgredire, ma invita chi รจ osservante ad esserlo veramente. E per essere veramente osservanti non bisogna salvare la forma, ma il cuore.

Il rischio di un osservante sta proprio nel fatto che la sua attenzione รจ tutta rivolta alla forma, a salvare la forma, lโ€™apparenza, ma in realtร  puรฒ escogitare modi che permettano di lasciare intatta la forma e trasgredire nella sostanza. Ciรฒ perรฒ non significa che Gesรน invece sia un contestatore delle regole.

Al massimo contesta lโ€™ipocrisia che ci prende nellโ€™osservarle, ma non dice di vivere senza nessuna regola. Ecco perchรฉ la discussione che ne nasce nel vangelo di oggi non รจ la giustificazione dellโ€™atteggiamento dei suoi discepoli, ma lโ€™esame di coscienza che Gesรน costringe a fare a coloro che innescano la polemica e muovono critiche.

Gesรน lasciava liberi i suoi discepoli da queste osservanze che non erano state richieste da Dio, ma imposte dagli interpreti delle sante Scritture, i quali le dichiaravano โ€œla tradizioneโ€, attribuendole la stessa autoritร  riservata alla parola di Dio. Gesรน faceva unโ€™attenta operazione di discernimento, distinguendo bene ciรฒ che era espressione della volontร  di Dio e ciรฒ che invece era consuetudine umana, norma forgiata dagli uomini religiosi che, assolutizzata, diventa un ostacolo alla stessa parola di Dio e una perversione della sua immagine.

La Legge deve ispirare il comportamento ma, con il passare del tempo, le consuetudini e le osservanze rischiano di contraddire il primato della Parola, la sua centralitร  nella vita del credente. E sovente quanti invocano le tradizioni, rendendole โ€œla tradizioneโ€, lo fanno perchรฉ sono proprio loro ad averle pensate e create. In questo caso, perรฒ, anzichรฉ essere a servizio dellโ€™uomo e della sua relazione di comunione con Dio, queste norme finiscono per essere alienanti, soffocano la libertร , erigono barriere e tracciano confini tra gli esseri umani.

Di fronte alla tradizione e al moltiplicarsi dei suoi precetti, Gesรน chiede ciรฒ che egli stesso ha operato: il discernimento. La moltiplicazione dei precetti, infatti, accresce la possibilitร  di non osservarli, aumentando le occasioni di ipocrisia. โ€œLa parola del Signore rimane in eternoโ€, mentre le tradizioni evolvono in base ai mutamenti culturali e alle generazioni; e, seppur venerabili a causa dellโ€™antichitร , restano umane, involucro e rivestimento della parola di Dio.

La bella notizia di questa domenica? Con Gesรน si respira aria di libertร ! Il Vangelo รจ una boccata dโ€™aria fresca dentro lโ€™afa dei soliti vecchi discorsi.

Eโ€™ uscito il mio nuovo libro: โ€œDio รจ felicitร โ€ (Ed. Paoline)

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