Paolo Curtaz – Digiuno

1552

Così, Maestro
non celebreremo più la Cena
nelle nostre comunità,
l’Eucarestia che nutre il nostro cammino,
e non sappiamo fino a quando.
Siamo smarriti e confusi,
attoniti e perplessi.
Ma, responsabilmente,
ci atteniamo a quanto ci viene chiesto
per fermare il contagio
e salvare i deboli, come tu ci hai insegnato.
Che questo digiuno
più duro di ogni digiuno,
ci converta nel profondo,
ci aiuti a ritrovare la fede dei martiri,
l’ardore degli innamorati,
ci unisca alla comunità perseguitate
a quante non possono celebrare per mancanza di preti,
ci apra la mente e il cuore
per capire quale dono abbiamo fra le mani,
quale sorgente inesauribile
custodiamo
troppo spesso con colpevole indifferenza.
Sia, questo tempo di digiuno,
desiderio
fiamma che si ravviva
attesa
della Pasqua.
Grazie, Signore
per questo inatteso
ed esigente segno.
Rendici capaci.