Via i mercanti
Il Signore Gesรน conosce bene ciรฒ che abita il cuore di ogni uomo, il nostro cuore Il mio..
I desideri, le passioni, i pensieri, le ombre. Ma non รจ un guardone, non รจ uno spione, non lo fa con intento malevolo, per coglierci in fallo, per vedere se facciamo i bravi.
Chi ama conosce, lo sperimento.
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Conosce ogni intimo aspetto dellโamato, senza bisogno di interrogare.
Chi ama sa. E chi ama fino a morirne, come ci ricorda san Paolo scrivendo ai Corinti, rivela la misura del suo amore per me. Appare folle, lo so, e segno di debolezza agli occhi del mondo.
Eppure Gesรน, da subito, dallโinizio della sua predicazione, si mostra determinato: andrร fino in fondo alla sua missione, costi quel che costi.
E questa quaresima, per avere senso, deve far diventare il deserto un esodo, una fioritura, un tempo di innamoramento, non di dispersione come accaduto al popolo di Israele, incapace di vivere nella libertร acquisita dopo la fuga dallโEgitto.
Rischiamo di vivere questo tempo faticoso da schiavi, liberati ma non ancora liberi.
La bellezza ci guida nel deserto e lo Spirito ci spinge ad uscire, per diventare, in Cristo, dei nuovi Adamo capaci di stare con le fiere, la parte violenta di noi stessi finalmente riconciliata e di essere condotti dagli angeli che ci accompagnano allโalbero della vita custodito nellโEden.
Ma per farlo, dobbiamo avere il coraggio di superare la tentazione. Le tante tentazioni.
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Come quella di stravolgere il volto di Dio.
ร il tempo opportuno, qui, adesso, per purificare le idee che abbiamo su Dio.
Ancora.
Nel tempio
A noi appare una cosa strana ma i mercanti e cambiavalute presenti nellโarea esterna del tempio svolgevano un compito importante! Era vietato lโuso delle monete romane nel tempio (per via del volto dellโImperatore che veniva interpretata come idolatria) e non si poteva partire da lontano tirandosi dietro una pecora o un bue! Perciรฒ cambiavalute e venditori di animali erano essenziali anche se lโambiente doveva sembrare un vero zooโฆ Perchรฉ, allora, il Maestro si irrita cosรฌ profondamente?
Si tratta di scacciare una determinata idea di Dio e del culto.
Gesรน non vuole che mercanteggiamo con Dio, il Padre sa bene di cosa abbiamo bisognoโฆ
Nelle intenzioni di Giovanni questo episodio, come quello di Cana, intende richiamare lโessenziale: lo Sposo vuole ricondurre la sposa, Israele, la Chiesa, alla natura profonda e spirituale nel rapporto con Dio, che esula dal rito cruento, dal gesto liturgico che spesso sconfina nel magico e nel superstizioso. Abbiamo necessitร assoluta di porre gesti significativi che ritmino il nostro agire, il calendario, gli eventi (e qui ci sarebbe da dire sulla banalizzazione delle nostre liturgie) ma, nel contempo tali gesti diventano inutili se non conducono a Dio.
Il tempio deve tornare alla sua funziona originaria: luogo dellโincontro con Dio. Sarร Gesรน stesso a diventare tempio, dopo la sua resurrezione. In lui abita la shekinah di Dio.
Le nostre comunitร sono chiamate a diventare (a tornare ad essere) luogo dellโabbraccio con il Signore.
Reazioni
Di fronte al gesto di Gesรน le reazioni sono diverse. Giovanni รจ lโunico a esplicitare i commenti dei presenti, cosa che non avviene nei Sinottici che registrano solo il gesto senza commento.
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerร .
Sul serio โi discepoliโ? piรน probabilmente i discepoli dopo la resurrezione che citano il salmo 69 con un cambio del tempo verbale (mi ha divorato nel testo originale) che forse proietta lโepisodio alla Passione. Quello che certamente ha colpito i discepoli in quel momento รจ il gesto profetico (come i tanti, spesso incomprensibili, di Geremia) e la forza, la convinzione, la passione che vedono nel Signore.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: ยซQuale segno ci mostri per fare queste cose?ยป.
Nemmeno ai giudei sfugge la portata profetica del gesto provocatorio! Ma chiedono di verificare la provenienza del gesto. Il problema del discernimento fra i veri e i falsi profeti รจ sempre stato un problema in Israele, ma la richiesta del โsegnoโ nei vangeli equivale ad esigere un miracolo spettacolare che dispensa dalle fede.
Davanti ai gesti del Signore nella nostra vita possiamo avere chiavi di lettura diverse: di accoglienza e stupore o di scetticismo che ci spingono a chiedere veri e propri miracoli.
Poniamo continuamente condizioni a Dio. La fede รจ fidarsi (cosa che non elimina il dubbio e la necessitร di approfondire la nostra fede). Non si crede attraverso i segni ma riconoscendo il segno come manifestazione della presenza di Dio.
Distruggete
Distruggete questo tempio e io lo riedificherรฒ
Possiamo distruggere il tempio, in noi, accanto a noi. Possiamo demolire pensando di conservare, di proteggere, di custodire. Se lasciamo che la vita interiore, la vita spirituale arretri, si ponga sullo sfondo della nostra predicazione, ad esempio, del nostro agire, corriamo il rischio di distruggere lโazione di Dio facendo prevalere lโesterioritร , il culto autoreferenziale.
Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Giovanni daโ la sua interpretazione la chiave di lettura. Gesรน, afferma dopo la resurrezione, parla del suo corpo che รจ diventato santuario. Il nuovo tempio ricostruito รจ nella presenza del corpo risorto e asceso al cielo di Gesรน che si rende accessibile nella preghiera della comunitร !
Per noi discepoli รจ Gesรน risorto il nuovo santuario che custodisce la gloria di Dio, รจ lui che ci permette di accedere al Padre. Perciรฒ lโidea di spazio sacro, di tempio, di chiesa per noi cristiani รจ legato alla presenza di Cristo.
Ripartire dalle nostre chiese come luogo che contengono una Chiesa, come spazio di silenzio e di interioritร รจ fondamentale. Ma, anche, la consapevolezza che il nostro corpo รจ luogo che accoglie Dio, che รจ tempio. E come tale va custodito e rispettato, accudito e onorato.
La nostra รจ la fede della corporeitร salvata.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesรน.
Ora รจ la fede pasquale dei discepoli a parlare. E lโinterpretazione nasce da un ricordo, dal fare memoria:
Cosa ha finalmente capito la comunitร ?
Che lo zelo di Gesรน per Dio lo porta alla morte, alla distruzione del suo corpo che dopo tre giorni resusciterร . La cosa appare impossibile da capire mentre Gesรน parla ma i discepoli, dopo la sua resurrezione, la vivono in tutta la sua intensa veritร .
Solo facendo memoria, solo nel ricordo della Parola, nel ruminare la Parola possiamo cogliere la profonditร di quanto il Signore vuole dire alle nostre vite che possiamo rileggere alla luce della Pasqua cui ci stiamo preparando.
La prima conversione da fare รจ cambiare la nostra idea di Dio, che non รจ un potente con cui mercanteggiare, ma il Padre che ci conosce e ci ama.
Gv 2, 13-25 | Paolo Curtaz 19 kb 50 downloads
Terza domenica di Quaresima – Es 20,1-17/ 1Cor 1,22-25/ Gv 2,13-25 …Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza.
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